mercoledì 17 dicembre 2008

Cittadella del Garda

Grazie ad una segnalazione di Momo ho scoperto l'esistenza di un progetto per dar vita alla "Cittadella del Garda" una nuova unione dei Comuni che ci riguarda direttamente.
Da un lato la proposta è decisamente interessante e solletica la mia "visione salocentrica" del nostro pezzo di lago, dall'altra credo che l'Unione dei Comuni, che sia fatta con Salò e Gardone piuttosto che con Manerba Moniga e Padenge, sia una scelta poco felice.

Per chi fosse interessato il link è questo: http://www.perunanuovagardone.com/?p=116

Gentile Amministratore,mi chiamo Stefano Ambrosini e le scrivo da un comune del Lago di Garda il cui nome è Gardone Riviera.Ho fondato un piccolo gruppo di giovani che cercano di proporre idee innovative e proposte per il bene comune delnostro paese che sta avendo un certo seguito.
Mi rivolgo a lei, prendendo in causa la partecipazione del suo comune ad un’ente territoriale quale l’unione di comuni, perchiedere informazioni riguardo ad una sua valutazione personale e istituzionale sul suddetto ente.
Si parla nel nostro comune di istituire una sorta di Unione di Comuni nata dal progetto di unione dei comuni ideata da Gabriele D’Annunzio, noto storicamente con il nome di “cittadella del garda/benàco”, (probabilmente in origine pensata dal poeta come una vera e propria fusione) di Gardone Riviera e Salò.
Il progetto attuale di cui si parla è invece allargato ad un bacino più largo con l’introduzione di altri due comuni quali S.Felice del Benaco e Roè Volciano riunendo in questo modo una popolazione di circa 20000 abitanti.
Balzando all’occhio le indubbie potenzialità di un unione dei comuni come ente sovracomunale che puo’ presentarsicome un organismo più importante e rappresentativo, la cittadinanza gardonese ha posto numerosi dubbi riguardantila possibilità che i servizi erogati da un’unico ente possano privilegiare i comuni dal bacino di utenza maggiore (nel nostro caso Salò rappresenterebbe da solo il 50% della popolazione dell’unione) creando quindi una bilancia di servizi in debito per i comuni più piccoli.
Visto la vostra esperienza le chiedo se gentilmente foste in grado di darci un’opinione da persona informata sui fatti in un’esperienza analoga quale l’unione dei comuni alla quale partecipate soprattutto sia dal punto di vista dell’amministrazione,ma anche dal punto di vista del gradimento del cittadino e dell’erogazione dei servizi forniti dal nuovo ente.
Ringraziandola infinitamente per il tempo a me dedicato, Rimango in attesa di una sua cordiale risposta.

Stefano Ambrosini - Comitato “Per una nuova Gardone Riviera”

lunedì 15 dicembre 2008

Elezioni in Abruzzo

Pare che in Abruzzo abbia definitivamente vinto il candidato della PDL. Magro il risultato del PD (20%). Estremamente deludente quello del resto della Sinistra (circa il 6% complessivo). Buono il risultato dell'IDV con quasi il 15%.
Un risultato che deve far riflettere MOLTO.

Delbono vince le primarie del PD a Bologna

Si sono svolte ieri a Bologna le primarie per scegliere il candidato del Partito Democratico alle amministrative del prossimo giugno a Bologna.

Ha vinto Flavio Delbono, professore universitario, 49 anni, sull'onda dell'appoggio ottenuto a queste primarie da tutto lo stato maggiore del partito in città, della benedizione di Pierluigi Bersani e Romano Prodi e di una campagna elettorale tutta giocata sui temi delle risorse economiche e delle misure anti-crisi. Quasi uno su due dei circa 25 mila elettori del Pd che si sono espressi lo hanno infatti indicato come candidato sindaco.
Al termine della competizione, in un clima di grande fair play, i due sfidanti Cevenini e Merola hanno dichiarato il loro totale appoggio al vincitore, assicurando il loro sostegno in vista delle elezioni di giugno
Da domani - ha detto il candidato sindaco del Pd - tutti uniti per Bologna.

domenica 14 dicembre 2008

Scarpe contro Bush

Parecchi anni fa Nikita Krusciov nel Palazzo delle Nazioni Unite si tolse una scarpa e la sbatté sul tavolo. Erano altri tempi.
Ora un giornalista lancia un paio di scarpe contro il Presidente degli Stati Uniti durante una conferenza stampa in Iraq.
Quando i grandi e i potenti arrivano al capolinea diventano improvvisamente il bersaglio facile della rabbia di molti. E questo non a torto, anche credo che gli eccessi non siano mai opportuni.
Poche settimane fa fu sempre Bush vittima dell'indifferenza di tutti i capi di stato mondiali al G20. Nessuno lo salutò e gli strinse la mano sul palco della foto dei venti capi mondiali. Una scena triste!
Altrettanto triste fu la scena di Craxi all'uscita dell'Hotel Raphael con il lancio di monetina da parte della folla inferocita.
C'è chi sostiene che a breve ci saranno in Italia altre immagini simili. Non so, forse!

martedì 2 dicembre 2008

Follia pura!

Mentre in tutta Europa i governi rilanciano l'economia e i consumi puntando sull'efficienza energetica delle abitazioni in nostro governo ha deciso di tagliare le detrazioni fiscali del 55% sugli investimenti in questo settore, non solo …. Ha anche fatto la norma retroattiva che metterà in seria difficoltà chi contava sulle detrazioni per rientrare degli investimenti fatti.

Questa si chiama FOLLIA PURA!

lunedì 1 dicembre 2008

Weekend di vacanza

In questi giorni ho trascorso alcuni giorni in vacanza con la mia famiglia. E' stata una bella occasione per ricaricare le pile in vista dello sprint finale del 2008.
Ho visitato Vienna, città che non conoscevo e che mi ha piacevolmente impressionato.
La cosa che più mi ha fatto riflettere è stata la differenza fra Vienna e le città italiane. Lo so.... è un luogo comune, una banalità quello che sto per dire, ma è vero!
Volo Bergamo-Vienna. Low Cost: 120 Euro in 5 persone andata e ritorno, spese di prenotazione comprese.
Dall'aeroporto, senza nemmeno uscire dall'edificio, alla città in treno (S7 linea di superficie).
Tutte le giornate abbiamo girato utilizzando i mezzi pubblici, puliti, puntuali, efficienti, sicuri.
Le persone che ho incontrato sono state gentili ed ospitali anche con me che non parlo una sola parola di tedesco.

Poi torno in Italia e a San Felice e vedo sempre le solite tristezze di un popolo incapace di vivere bene ed in armonia. Nulla di nuovo sotto il sole: solo un Italia ferma al palo.

martedì 25 novembre 2008

il PD delle persone e il PD delle poltrone

La cronaca nazionale ci sta proponendo in questi giorni un PD davvero raccapricciante. La vicenda della vigilanza Rai con Villari indisponibile ad un qualsiasi ragionamento di interesse istituzionale prima che personale. L’imboccata di Latorre a La7. L’assessore regionale del Lazio Di Carlo che si dimette per quello che dice fuori onda, o meglio per la situazione disastrosa dello smaltimento dei rifiuti a Roma descritta da Report. Sono tre casi enormi, che in altri stati “normali” avrebbero singolarmente provocato un cambio radicale della classe dirigente di un partito,in meno di una settimana. In Italia cosa accade? Assolutamente nulla.
Non penso proprio che i cittadini che hanno votato PD, che si sono messi in fila il 14 ottobre del 2007 per far nascere un partito diverso, si meritino questo.
Credo davvero che si sia uno scollamento gravissimo fra il PD delle persone e il PD delle poltrone, una distanza che deve essere colmata il più rapidamente possibile con un energico cambio di rotta e, credo davvero, anche di timoniere.

lunedì 17 novembre 2008

"il Bartezzaghi" ... ovvero ....il Governo taglia i fondi ai Comuni

"A partire dagli anni cinquanta Bartezzaghi è stato il curatore di un raffinato e difficile cruciverba a schema libero pubblicato sulla Settimana Enigmistica a pagina 41, conosciuto fra gli appassionati brevemente come il Bartezzaghi. La popolarità di questo schema ha finito col superare i confini specialistici dell'enigmistica; nel 1976 Piero Mazzarella aggiunse nella commedia di Aldo De Benedetti Due dozzine di rose scarlatte la battuta "Quel tale è più complicato del Bartezzaghi", riconoscendo l'assunzione a classico per antonomasia del celebre enigmista (... altro)."

Questa premessa spiega il titolo del mio post, ovvero illustra come mi sono trovato quando ho tentato di leggere questa tabella pubblicata dal Giornale di Brescia lo scorso venerdi 14 novembre a completamento dell'articolo intitolato "Il Governo taglia i fondi ai Comuni".

Davvero non sono riuscito a capire molto bene i dati e la spiegazione dell'articolo mi risulta non del tutto chiara. Emerge però un quadro complessivo chiaro ed inequivocabile i nostro comuni (tutti!!!) avranno nel corso del 2008 meno risorse del passato e il taglio dell'ICI sulla prima casa non è stato per nulla indolore per i bilanci comunali, anzi! Mi pare di capire che San Felice abbia avuto un trasferimento di risorse dallo stato centrale ridotto di circa l'11% rispetto al 2007, trasferimento che era già inferiore a quanto avuto nel 2006.

Il Governo taglia i fondi ai Comuni (dal GdB del 14.11.2008)
Il Ministero dell'Interno ha da poco reso noti i dati relativi ai trasferimenti statali nei confronti dei Comuni bresciani. Da quanto si evince, nel 2008, le nostre Amministrazioni locali dovranno far fronte ad una riduzione dei sussidi pubblici per una cifra complessiva di 17.646.675,30 euro.
Nella tabella sono elencati i valori delle sovvenzioni elargite dal Governo a tutti i Municipi della nostra provincia a partire dall'anno 2006. In questo modo il lettore potrà effettuare un confronto con i trasferimenti incassati dai sindaci bresciani nel 2007 e nell'anno in corso. Non solo. In dettaglio viene rilevato anche la quota di rimborso Ici sulla prima casa compresa nel trasferimento statale in questione e a quanto ammonta il valore reale (depurato proprio dalla quota d'Ici sull'abitazione principale rimborsata) del sussidio statale.
É possibile verificare, inoltre, anche a quanto corrisponde, in termini percentuali, l'ammontare dei tagli subiti da ogni Amministrazione locale. Infine, nelle ultime colonne del grafico, è possibile definire la quota d'imposta comunale sugli immobili (Ici) competente ad ogni Comune secondo i dati aggiornati al 2006. Il valore della "Quota Ici" espresso in coda al grafico si riferisce invece all'incidenza dell'imposta sulla prima casa sulla quota complessiva dell'onere comprensiva di imposta sulla seconda casa, su terreni e altri fabbricati.
Ricordiamo che i dati in questione provengono dal Ministero dell'Interno e che sono valori pubblicati nei primi giorni di novembre. Pertanto potranno essere oggetto di rettifica, da parte del Ministero, entro fine anno.

venerdì 14 novembre 2008

Oggi .... sciopero

Non è il mio primo giorno di sciopero, ma di solito altri decidevano per me, nel senso che non facevo lezione per il semplice fatto che le aule non venivano aperte dal personale che, scioperando, non era presente in Facoltà.
Oggi però è diverso: ho scelto io di non fare lezione e di non andare in aula. E' una differenza grossa per me: oggi è il mio primo vero giorno di sciopero!

giovedì 13 novembre 2008

Chiamatemi Barone

Chiamatemi Barone. L'ho detto a mia moglie, ieri sera, dopo aver sentito ripetere questa definizione almeno una decina di volte, in tivù, nei salotti dove si discute delle sorti dell'umanità. Da Vespa e da Mentana. Da Floris e da Santoro. Ospiti: la variegata tribù di lotta e di governo, che si affolla intorno e dentro l'Università. Studenti pro e contro, manifestanti di sinistra e di destra, agitatori e agitati, rumoreggianti e silenziosi. Occupanti e occupati. Poi, filo-ministeriali e oppositori democratici. Infine, professori. Pardon: "baroni". Perché ormai è dato per scontato: i professori universitari sono "baroni". Tutti. Reclutati in base a criteri clientelari, attraverso concorsi-truffa, che a loro volta provvedono, puntualmente, a riprodurre. Reclutando, a loro volta, ricercatori e professori in base a logiche di fedeltà. Schiavi e servi della gleba, che, dopo secoli di precarietà, un contratto oggi, una borsa domani, un dottorato e un post-dottorato dopodomani, giungono, alla fine, stremati, all'auspicato posto fisso. Per fare i ricercatori fino a diventare professori. Naturalmente "per anzianità" (così si dice). Senza rispetto per il merito e per la produzione scientifica, didattica e organizzativa. "Baroni", appunto. I veri colpevoli del dissesto dell'Università italiana. Del degrado del sapere nazionale. Dell'ignoranza che regna fra i giovani. E, anzitutto, del disastro finanziario. Del deficit crescente di risorse. Provocato non tanto dai tagli di questo governo e da quelli precedenti, ma da loro (da noi): i baroni. Che prendono lo stipendio senza fare nulla. (Soggiogateli ai tornelli!). Incapaci di gestire le università. Colpevoli della moltiplicazione dei corsi e delle sedi, dovunque. Le università telematiche e quelle tascabili, fuori porta. Che promettono e permettono la conquista del titolo di dottore a tutti. Giornalisti, carabinieri, poliziotti, infermieri. Volontari e involontari. Perfino i politici. Beneficiati da un monte-crediti formativi tale da permettere loro di laurearsi in pochi mesi, con pochi esami. Dottori in Scienze della futilità. Questi "baroni": fannulloni, perfidi e manovratori. Capaci di manipolare gli studenti. Di farli scendere in piazza insieme a loro, per loro, con loro. Invece che "contro" di loro.
Tutti baroni. Tutti. Inutile eccepire ... Inutile osservare che tu, io, lui, noi - alcuni, magari molti - lavoriamo e insegniamo in modo assiduo e regolare, facciamo ricerca, pubblichiamo libri e saggi, perfino su riviste internazionali (un'aggravante: dove troviamo il tempo per fare tutte queste cose? Per scrivere e per studiare? Partecipare a convegni in Italia e addirittura all'estero?). Per sostenere le nostre attività, cerchiamo - e qualche volta troviamo - finanziamenti. Non solo pubblici: perfino privati. Le eccezioni non contano. Sono conferme alla regola. Inutile osservare che se ci fosse un sistema di reclutamento e di valutazione universalista, criteri di finanziamento fondati su parametri "misurabili" di qualità e quantità ... Inutile. Perché tutto ciò non c'è. E se non c'è, inutile prendersela con il legislatore. La colpa è dei "baroni". D'altronde, quanti baroni infiltrati in Parlamento e perfino nel governo... Insomma, è inutile entrare nel merito, precisare. Quando da "professori" si diventa "baroni" le distinzioni cessano di avere rilievo e significato. Suggerirle, evidenziarle: è perfino fastidioso. Perché possiamo differenziare i professori, i quali possono essere bravi, capaci, laboriosi, prestigiosi, oppure fancazzisti, ignoranti peggio degli studenti, arroganti, fannulloni nullafacenti e nullapensanti. Ma i "baroni" no. Perché traducono fenomenicamente una categoria sostanziale: la "baronità". Per cui i baroni sono i signori oscuri di una terra oscura. Avvolta nelle nebbie. Anche la semantica, d'altronde, condanna e stigmatizza la categoria. Ridotta a una variante della "casta". Definizione usata, fino a qualche mese fa, per catalogare (e insultare) i politici. Ora, invece, lo stesso termine è applicato con analogo disprezzo, ai professori dell'università. La casta dei baroni. Titolari di privilegi ereditati ed ereditari. Dotati di un potere arbitrario. Un ceto "nobiliare", appunto.

L'ho rammentato a mia moglie, come scrivevo all'inizio di questa "bussola" un po' scombussolata. Da oggi io sono un Barone. E lei, di conseguenza, una Baronessa. Intanto, i Baronetti - ignari di essere divenuti tali - se ne stavano nelle loro stanze, intenti a studiare.

Chissà che invidia il Presidente del Consiglio. Lui, con i suoi successi, riconosciuti da tutti: soltanto Cavaliere.


Di Ilvo Diamanti - (31 ottobre 2008)

martedì 11 novembre 2008

San Felice parla di San Felice - 2

Riporto in questo post l'intervento di Michela Tiboni in apertura della serata dedicata a San Felice svoltasi questa sera, 11 novembre 2008.

Questa serata è stata organizzata da me e David Vetturi, mio marito, a titolo personale.
Non si tratta dunque di un’attività che si colloca nell’alveo delle attività del Partito Democratico, di cui peraltro io e David facciamo parte.
David infatti ha operato in prima persona affinché anche a San Felice vi fosse un circolo del PD e fa parte del direttivo di circolo.
Io vi faccio parte di diritto, essendo consigliere comunale e fondatore del PD.
Questo perché sia chiara la nostra militanza politica in un’area ben precisa.

Ma vorrei che fosse altrettanto chiaro che questa serata non è organizzata dal PD. È una serata che vuole essere aperta a tutti, al di là degli schieramenti politici. Aperta a tutti coloro che vogliono essere parte attiva del processo di governo locale.

Il motivo che ci ha spinto ad organizzare un incontro dedicato a San Felice è da ricercarsi nella volontà di ripartire da dove ci si era lasciati ormai più di due anni fa.
In occasione dell’avvio del PGT io rivestivo il ruolo di assessore all’urbanistica e avevo fortemente voluto degli incontri di ascolto, organizzati per tematiche, in cui ci eravamo chiesti “Quale sviluppo per San Felice?”.
Io vorrei proprio ripartire da lì, cercando di riprendere un filo con la comunità di San Felice, un filo che a mio avviso, proprio su questi temi, l’amministrazione comunale non ha voluto continuare a tessere, ma anzi ha spezzato.
Mi si dirà che ciò non è vero, che sono stati adottati sistemi diversi di comunicazione e partecipazione, che la partecipazione si fa anche incontrando i cittadini in piazza e al bar.
Io credo che certi discorsi meritino una riflessione un po’ più profonda di quella che può nascere davanti ad un aperitivo.

La serata di oggi non vuole però essere finalizzata ad una discussione attorno al PGT; ha l’ambizione di puntare più in là, iniziare ad allargare il discorso ai temi che riguardano il nostro territorio e la nostra comunità.
Se poi il discorso andrà a cadere sul Piano di Governo del territorio, ben venga; io sono la prima a credere nella centralità di questo strumento, che non è più, come lo era il PRG, solo uno strumento di conformazione dei suoli; è, come dice il nome stesso, uno strumento per governare.

Le tante voci che si sono levate contro la proposta di PGT che l’amministrazione comunale ha presentato sono una dimostrazione dell’interesse dei sanfeliciani nei confronti del proprio territorio.
Se si avesse avuta l’umiltà di portare avanti quel processo di partecipazione e condivisione delle scelte avviato con gli incontri di ascolto, probabilmente il risultato in termini di consenso sarebbe stato diverso.
Come vi dissi proprio in occasione di quegli incontri, io ero assolutamente consapevole del fatto che non si sarebbe comunque mai arrivati ad un piano che potesse star bene a tutti.
Questo perché gli interessi sono inevitabilmente diversi e anche contrastanti.
Ma perlomeno al piano ci si sarebbe arrivati con un processo condiviso.

Ed è proprio con un approccio di questo tipo che vi propongo di avviare un cambiamento.
Tra 9 mesi andremo a votare per le amministrative.
A questo appuntamento ci possiamo arrivare in due modi.

Qualcuno può decidere di sciogliere le riserve, di candidarsi, dicendo che la squadra la farà lui, scegliendo lui le persone giovani e nuove che costituiranno questa squadra, accanto ad alcuni esperti della vecchia guardia e dicendo che il programma c’è già.
Questo può essere un approccio, che io per evidenti ragioni non condivido.

Un altro approccio può consistere nel lasciar da parte le questioni legate ai nomi e alla lista, e partire invece dal cercare insieme una risposta alla domanda “Che cosa vogliamo per San Felice e per la nostra comunità?”
Confrontarsi dunque sui diversi temi di cui un’amministrazione comunale si occupa, costruire insieme un programma di lavoro per i prossimi cinque anni.
E, soprattutto, aprire, come già vi ho detto, a tutti coloro che vogliono essere parte attiva nel governo locale. A tutti coloro che hanno voglia di confrontarsi su temi quali le politiche urbanistiche, le politiche per il turismo, le politiche sociali, le politiche giovanili…. Non certo con l’obiettivo di trovarci tutti d’accordo, ma di far emergere le diverse posizioni, le idee che ciascuno di noi ha su questi temi.
Io credo che il confronto possa aiutare tutti a crescere, a capire le ragioni dell’altro, a trovare insieme un modo per risolvere le conflittualità.

A tal proposito, vorrei sottolineare il fatto che vi sono tanti modi di essere parte attiva.
C’è chi è attivo perché ha un ruolo istituzionale, di sindaco, assessore, consigliere comunale o membro di una commissione, ma c’è anche chi è attivo perché prende parte ad un confronto costruttivo come quello che vogliamo proporvi.
Per intenderci, vorrei che fosse ben chiaro che quello che vi stiamo chiedendo oggi non è di entrare a far parte di una lista che si presenterà alle prossime amministrative.

Vi stiamo proponendo di chiedervi cosa vorreste che fosse la San Felice del futuro, o cosa non vorreste che fosse.
Questa vuole essere la prima serata, fatta alla luce del sole, di una serie che speriamo lunga e proficua.

Se poi lavorando insieme ci renderemo conto che ci sono anche le forze per trasformare questo nostro essere attivi in qualcosa di più, ben venga. Se troveremo al nostro interno una persona che può avere le forze, il tempo, ma soprattutto il carisma per essere il nostro candidato sindaco, allora avremo lavorato con lui e per lui. E allora costruiremo insieme la sua squadra.
Soprattutto, avremo sperimentato che anche se si hanno idee diverse, il metodo deve essere uno solo: quello del confronto e della discussione.

Non abbiamo ricette preconfezionate per un buon governo locale. Abbiamo alcune idee che vorremmo condividere con voi, e soprattutto vi proponiamo di provare a percorrere insieme questo cammino.
Ciò che vi proponiamo è un qualcosa a cui siamo giunti dopo l’esperienza che ci ha visti, in maniera differente, coinvolti nel governo di San Felice in questi ultimi anni.
Un’esperienza che a nostro avviso ha avuto tra le sue criticità maggiori proprio l’assenza di partecipazione.
La quasi totalità dell’amministrazione attuale ha sempre creduto che, siccome è stata eletta, allora sa ciò che è bene o ciò che è male per la comunità di San Felice, e non serve confrontarsi con essa, e neanche informarla di ciò che si è fatto o si vuole fare.
Io credo che questo atteggiamento arrogante faccia a pugni con ciò che, nel 2004, durante la campagna elettorale, più cittadini avevano chiesto, quando avevano detto “però non aspettate le prossime elezioni per farvi risentire”.
Io questo lo lessi come un chiaro appello a voler essere parte attiva del governo di San Felice, da parte di chi non sta in prima linea ma non per questo non ha il diritto di essere ascoltato, soprattutto quando si devono fare scelte importanti.

Riallacciandomi dunque a ciò che vi dicevo prima, l’eventuale squadra che dovesse nascere alla fine di questo percorso, dovrà essere fatta da chi lavorerà in prima linea, ma anche da chi lavorerà nelle retrovie.
E il lavorare insieme seguirà lo stesso metodo della partecipazione e del confronto che vi stiamo proponendo questa sera, ed in questo starà la forza della squadra. In questo starà la sua capacità di superare insieme i momenti difficili che inevitabilmente un’amministrazione incontra. E ve lo dico per esperienza diretta, non per sentito dire.

Allora, se siete d’accordo, cominciamo!

mercoledì 5 novembre 2008

Smottamento a S.Felice la collina finisce nel lago

I temporali, il vento e la pioggia battente non hanno risparmiato il Garda e il suo entroterra. I disagi e i danni sono stati contenuti, tranne a San Felice dove dal Vallone della Selva è partito uno smottamento di alcune centina di metri cubi di terra che si è staccato dal versante collinare per riversarsi prima sulla strada litoranea per Salò, e poi in parte nel lago.
Al confine tra San Felice e Salò ieri mattina c'erano due metri di fango e la pioggia scrosciante non ha favorito una situazione, che rimane comunque a rischio. La strada è stata riaperta al traffico in mattinata, ma la ruspa chiamata a ripulire è rimasta tutto il giorno attiva. La causa è l'abbondante acqua piovana tracimata dal suo rio naturale. La situazione vista dall'alto era preoccupante: il giardino di chi abita nella parte interessata stava un poco alla volta letteralmente cadendo.
Meno grave, invece, è stata la situazione di via Monte a Padenghe, nella zona sotto il castello, all'incrocio con via Pralongo. In quel tratto di collina non abitato uno smottamento ha bloccato la strada, che è stata ripulita durante la mattina. I Vigili del Fuoco di Desenzano ieri pomeriggio sono anche intervenuti, assieme alla Provincia, per uno smottamento lungo la Sp 567 in territorio di Lonato. Il terreno non ha però occupato la carreggiata evitando disagi. Durante la nottata tra lunedì e martedì erano intervenuti anche per alcuni allagamenti a Desenzano e a Lonato. Anche la Polizia locale della Valtenesi nella stessa nottata ha ricevuto numerose chiamate per allagamento e ha chiuso, oltre alle zone degli smottamenti, anche via San Michele a Moniga e via Monstagol a Soiano dove i tombini si alzavano non riuscendo a contenere l'acqua che aveva reso la strada pericolosa.
Problemi di allagamento si sono verificati anche a Manerba in via Trevisago all'altezza del plesso commerciale del Penny Market, dove sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Salò. Durante la forte pioggia l'acqua che scende dai campi si infila in un canale ma all'altezza del centro commerciale fuoriesce e si blocca con un dosso allagando un tratto di strada con disagi nelle case circostanti. In tutto la squadra di Salò ha effettuato una quindicina di interventi da Gardone in giù, tra cui anche a Castelletto, frazione di Polpenazze, dove l'altra notte c'è stato uno smottamento. I Volontari del Garda, oltre ad aver avuto a che fare con vari allegamenti di cantine e garage, sono intervenuti a Muscoline per un albero caduto sulla strada.
Le abbondanti piogge hanno lasciato il segno anche a Mazzano, dove la notte scorsa è semicrollato il tetto di uno stabile. Danni contenuti.

di Enrico Grazioli - Cristian Tavelli
BresciaOggi del 5 novembre 2008

martedì 4 novembre 2008

San Felice parla di San Felice

Si svolgerà a San Felice un incontro pubblico finalizzato ad un confronto costruttivo sui temi che riguardano la nostra comunità e il nostro territorio.
L'appuntamento è per martedì 11 novembre 2008 alle ore 20:30 presso la sala consiliare nel palazzo ex-Monte di Pietà.
L'incontro sarà coordinato da Michela Tiboni, consigliere comunale.


Il titolo scelto, "San Felice parla di San Felice", spero riesca a rende l'idea di fondo di questo incontro: non esistono ricette preconfezionate per il nostro paese e tanto meno qualcuno ha tutte le soluzioni in tasca, solo San Felice (tutti noi) può parlare di San Felice, confrontarsi, riflettere e decidere per il futuro della nostra comunità e del nostro territorio.

Il mio personale auspicio è che possano (e vogliano) partecipare tutti coloro che credono che sia possibile confrontarsi su temi importanti e per il bene dell'intera comunità, al di là degli schieramenti politici e delle logiche locali precostituite.

Rassegna della MicroEditoria Italiana a Chiari

Si svolgerà a Chiari (BS) - Villa Mazzotti - dal 7 al 9 Novembre 2008 la sesta Rassegna della MicroEditoria Italiana.

lunedì 3 novembre 2008

L'Università di Brescia e la legge 133

Preti boccia la riforma«Pronto a dimettermi»

L’Università statale di Brescia si ribella al «linciaggio mediatico». Replica punto per punto a chi spara nel mucchio e parla di atenei «utili solo a professori che se ne infischiano della ricerca», di atenei che «moltiplicano inutili corsi di studio frequentati da pochi studenti» e sfornano «lauree per disoccupati». Denuncia, per contro, l’impossibilità di mantenere gli standard di qualità conservati fino ad oggi (anche facendo ricorso a fondi propri) con i tagli annunciati dalla legge 133 Finanziaria varata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E il rettore Augusto Preti si dice «pronto a rassegnare le dimissioni» se le cose non cambieranno.
L’UNIVERSITÀ bresciana è scelta da oltre tremila matricole all’anno. Dispone di corsi di laurea appetibili perchè rispondono alle esigenze del sistema economico e produttivo del territorio. Si è sempre rifiutata di attivare altre facoltà senza la possibilità di garantire ricerca, docenti e sedi adeguate. I tre quarti dei suoi studenti triennali prendono la laurea in tempi regolari e il resto con un anno di ritardo. Dei 180 laureati nella specialistica solo 10 hanno ritardato di sei mesi, e solo 22 sui 144 delle lauree magistrali a ciclo unico.
Quasi il 90 per cento dei suoi laureati specialisti lavora, gli altri continuano gli studi e solo una parte infinitesimale non trova occupazione entro un anno. I docenti di prima fascia sono 164 come quelli di seconda, pari ciascuno al 28 per cento del totale, mentre i 259 ricercatori raggiungono il 44 per cento a fronte del 38 nazionale. Nella valutazione Civr del triennio 2001-03 ha ottenuto punti sopra la media anche nei settori disciplinari in cui è meno forte. E intanto dal 2010 si vedrà tagliare i fondi statali da 69,5 a 62,7 milioni di euro.
IL SENATO accademico mercoledì scorso ha approvato una mozione in cui prende atto del crescente disagio provocato dai provvedimenti del Governo, e sottolinea che «l’università di Brescia non può in alcun modo essere omologata ai casi di mala università, presenti, circoscritti e non generalizzabili». Perciò chiede «che il Governo proceda «con la massima sollecitudine alla costituzione e attivazione dell’Agenzia di valutazione della ricerca e della didattica, premessa indispensabile per fare chiarezza e avviare gli interventi correttivi necessari».
Ieri mattina il rettore Preti, il prorettore Giancarlo Provasi e i presidi di Ingegneria Pier Luigi Magnani, di Medicina Lorenzo Alessio, di Economia Claudio Teodori e di Giurisprudenza Antonello Calore hanno presentato puntigliosamente i conti della Statale bresciana per ribadire che «non si può fare di ogni erba un fascio e gli atenei virtuosi devono avere la possibilità di sopravvivere».
Perché il punto è proprio quello. Con i tagli previsti rischiano di scomparire i piccoli che fanno bene. «Tutti noi siamo disposti a riconoscere che ci sono molte cose da fare per migliorare il sistema - dice Preti -, ma non siamo disposti ad essere valutati per slogan». E di fronte al proliferare di atenei anche telematici che sfornano corsi senza sbocchi occupazionali, contro cui oggi si punta l’indice, il rettore si chiede chi li abbia voluti «se non il Parlamento». Dal Piano per l’università annunciato dal ministro Gelmini Preti si aspetta che «per i prossimi tre anni tutti tirino la cinghia e intanto si risana dove si può». A questo ci sta, a colpire nel mucchio proprio no.

Ecco perché Brescia non merita alcun taglio

I corsi di studio sono troppi, e senza studenti? Le università servono soprattutto ai professori per far carriera? Producono ricerca scarsa e scadente? Spendono male i finanziamenti ricevuti? Cifre alla mano, la Statale bresciana rimanda le accuse al mittente. Lo fanno il rettore Augusto Preti, il prorettore Giancarlo Provasi e i presidi delle quattro facoltà.
TUTTI I CORSI dell’Università di Brescia «sono stati sollecitati dalle istituzioni locali - dice Preti - e con la riforma che partirà l’anno prossimo accorperemo i due triennali di Giurisprudenza: Operatore giuridico di impresa e Consulenti del lavoro. E chi si è iscritto l’anno scorso o quest’anno avrà passaggio facile al nuovo ordinamento». L’ateneo non ha mai ceduto alla tentazione di istituire lauree tipo Scienze della comunicazione, che sfornano laureati destinati alla disoccupazione. I suoi corsi sono tarati sulle esigenze del mercato del lavoro bresciano. Una ricerca del Cilea sui laureati lombardi del 2006 dice che dopo un anno lavora il 97 per cento dei laureati triennali nelle professioni sanitarie, il 48 per cento degli economico-statistici (il 42 continua con la specialistica), il 29 di ingegneria (il 68 continua), e così via (vedi tabella). Caso mai «il problema è che troppi continuano gli studi - dice Preti -: ciò significa che le triennali non hanno centrato l’obiettivo, ma hanno contribuito ad aumentare i corsi di laurea».
Queste cose le sanno anche gli studenti, che in 3.070 quest’anno hanno scelto Brescia. qualcosa meno dell’anno scorso. Scienze Motorie ha dovuto offrire 30 posti in più a grande richiesta. Cala del 10 per cento Ingegneria, un po’ meno Giurisprudenza, stazionaria Economia. «Non vogliamo crescere troppo - dice Preti - le nostre strutture sono adeguate ai numeri attuali». Anzi «a Ingegneria qualche corso di laurea è penalizzato». Servirebbe qualche struttura in più, ma «i fondi che abbiamo accantonato servono per chiudere i bilanci in pareggio - osserva il rettore - e non possiamo più utilizzarli per le sedi». L’anno scorso il pareggio è costato 4 milioni, altrettanti se ne prevedono quest’anno. Ma i trasferimenti statali caleranno, mentre «gli stipendi di dipendenti e professori aumentano (di 2,5 milioni) e non per decisione dell’università, gli studenti già contribuiscono con le tasse al 20 per cento massimo consentito, e far quadrare i conti diventerà sempre più difficile».
A chi dice che non si fa ricerca, Preti replica che i professori di prima e seconda fascia fanno il 28 per cento ciascuno, contro oltre il 30 del dato nazionale, mentre i 259 ricercatori fanno il 44 per cento contro il 38 del resto d’Italia. E per zittire chi parla di corsi per pochi, Preti osserva che a Brescia ci sono 30.72 studenti per docente a Economia (33.76 in Italia), 38.09 a Giurisprudenza (35.31), 17.66 a Ingegneria (18.93) e ben 19.10 a Medicina contro una media di 12.38.
Oltre alla didattica, la ricerca di qualità: per risultati della ricerca Brescia è al sesto posto su 15 nel settore medico, al quarto su 18 per la biologia, al secondo su 18 per ingegneria industriale e dell’informazione, al primo su 13 per le scienze dell’antichità e filologico artistiche. «Bisogna smetterla di dire che i nostri studenti e ricercatori non valgono - tuona Preti -: si mortifica gente che merita». Ma il virtuosismo della Statale traspare pure dall’uso dei soldi. Mentre il 70 per cento degli atenei italiani è fuori legge perché spende oltre il 90 per cento dei finanziamenti solo per pagare gli stipendi, Brescia si ferma al 75.

di Mimmo Varone
da BresciaOggi - sabato 1 novembre 2008 cronaca pag. 8




venerdì 31 ottobre 2008

Perfect day


Oggi non è un giorno perfetto, anzi!

mercoledì 29 ottobre 2008

Disinformazione

Una cosa che proprio non sopporto è la mancanza di onestà intellettuale di buona parte della classe politica che predica con sistematicità il falso per nascondere le realtà delle proprie decisioni politiche. Mi spiego meglio: sul tema dell'Università è ormai opinione comune affermare che i docenti e gli studenti si siano svegliato solo oggi quando è in corso la protesta per la riforma Gelmini della scuola primaria. Palle! Non pretendo che il Ministro Brunetta legga il mio blog o le pagine internet di centinaia di altri docenti universitari, ma nel mio piccolo parlai dei tagli all'Università già il 25 luglio 2008, così come non ebbi alcuna remora a dichiarare quanto l'immobilismo del Ministro Mussi fosse dannoso all'intera Università (13 settembre 2007) quando il centrosinistra governava.
I nostri politici si dimenticano di dire che per la prima volta nell'anno accademico 2007-08 non verranno finanziati i Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), ma questo è un dettaglio! E' comodo dire solo che l'Università è un covo di Baroni che lucrano sulle spalle degli studenti.
Avere l'onestà intellettuale di dire le cose come stanno sia quando sono comode, sia quando sono scomode, credo che sia una qualità che ciascuna persona debba avere, a maggior ragione quando si hanno ruoli pubblici. In fondo si parla proprio di onestà, qualità che ciascuna persona dovrebbe ambire ad avere.
Nel mio piccolo questa qualità cerco di coltivarla e farla crescere, giusto per essere a posto almeno con me stesso. Nessuno è perfetto, ci mancherebbe, ma ci si può sforzare per evitare almeno di fare disinformazione.

lunedì 27 ottobre 2008

G.A.S. Fotovoltaico

Grazie al post di Maurizio ho trovato l'iniziativa del meetup di Brescia sul GAS Fotovoltaico.
Da parecchi mesi sto valutando la possibilità di installare un impianto sul tetto di casa mia. Ho già provveduto ad avere l'autorizzazione paesistica e la concessione edilizia, ora si tratta solo di fare una valutazione economica, e con gli scenari che ci sono all'orizzonte non è facile decidersi a fare il grande passo.
Ci vorranno fra i 10 e 15 mila euro di investimento che nominalmente dovrebbero ritornare in un tempo di 7-8 anni (pay back).
L'idea di entrare a far parte di un GAS per il fotovoltaico mi stuzzica molto.... speriamo!
Per ora ho preso carta e penna, anzi email e tastiera, ed ho scritto al meetup; staremo a vedere!

venerdì 24 ottobre 2008

Estremo imbarazzo

Fra un'ora entrerò in aula per tenere la mia lezione del venerdì. Due ore. Ci saranno una cinquantina di studenti, alcuni brillanti ed attenti, altri distratti e sonnacchiosi. Tutti avranno scelto di passare due ore della loro giornata in aula per ascoltare cosa gli dirò io. Ovviamente è mio dovere raccontargli come un ingegnere industriale dovrà usare la sua testa quando nel mondo del lavoro avrà necessità di fare delle misure. Ho l’illusione di insegnare ad usare la testa, non quella di dare nozioni e ricette preconfezionate.
Oggi però sono in grande imbarazzo. Devo far finta di niente e continuare le mie lezioni come se nulla nel mondo dell’Università stesse accadendo? Questa settimana l’ho già fatto altre volte: ho fatto solo la mia lezione senza neppure accennare a quanto avviene in tutte le Università italiane e soprattutto senza accennare al perché questo avviene
Avrò fatto il mio dovere di aiutare i miei allievi ad usare la loro testa?
Cosa devo dire fra un’ora ai miei studenti?
Sono in grande imbarazzo!

mercoledì 22 ottobre 2008

Unione dei Comuni della Valtenesi

"L’Unione dei Comuni è la benvenuta se non costa un solo euro in più ai cittadini."
Ho cercato di sintetizzare la frase di Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia, all’incontro che si è svolto ieri sera a San Felice del Benaco sul tema del Federalismo Fiscale.
Come dicevo nel post precedente la creazione dell’Unione dei Comuni della Valtenesi mi lascia molto perplesso, per usare un eufemismo.
Perché?
Parto dall’inizio: qual è la finalità di unire le proprie energie fra comuni? E’ quella di trovare economie di scala che permettano di gestire in modo migliore (più efficiente e più efficace) un certo numero di servizi ai cittadini e al territorio.
Su questo sono pienamente d’accordo; è una affermazione di buon senso che è difficile scardinare.
Serve davvero l’Unione dei Comuni per fare questo?
Assolutamente no, e porto alcuni esempi per spiegarmi e per essere concreto.
Il sistema bibliotecario è gestito in modo associato da anni. I comuni collaborano in una rete che copre tutta la provincia senza aver dato vita ad alcun struttura amministrativo/organizzativa diversa da quelle che avevano prima. Recentemente si è allargato il Sistema Bibliotecario della Valtenesi con l’ingresso accanto ai sei comuni dell’Unione, anche di Puegnago e Calvagese. Evidentemente si può collaborare e fare sistema fra comuni senza dover avere un consiglio nuovo (quello dell’Unione dei Comuni), senza un Presidente, senza Assessori.
Polizia Locale: ben prima dell’allargamento a sei dell’Unione dei Comuni la Polizia Locale veniva gestita in modo associato dei comuni. Cosa ha aggiunto l’essere nell’Unione dei Comuni.
Isola Ecologica, gestita e realizzata da GardaUno, è in consorzio con Salò e Puegnago
Catasto: la competenza è ora dei comuni che la gestiscono in forma consorziata senza dare origine a nessun nuove ente.
Metrologia Legale: la verifica metrologica degli strumenti è di competenza comunale e viene gestita in modo associato da più comuni , anche qui senza dare origine a nessuna Unione.
E così si potrebbe continuare.
Mi si dirà che grazie all'Unione dei Comuni abbiamo il Difensore Civico. Palle! Si poteva avere benissimo anche senza Unione dei Comuni. I servizi gestiti in forma associata si possono fare benissimo senza dover moltiplicare le poltrone a disposizione dei politici locali.
Al contrario non è vero che l’Unione di Comuni non costa nulla. Non è vero!
Ecco alcuni esempi: con deliberazione n. 15 del 29.06.2008 è stato sostituito il Revisore dei Conti per l’Unione dei Comuni a cui va un compenso annuo di 8240 Euro + IVA + contributi previdenziali.
Ma il bello è scoprire come nell’ultimo Consiglio Comunale di San Felice del Benaco (29.09.2008) sia stata deliberata una variazione di bilancio di 3.200 € che verranno trasferiti all’unione come quota in capo al nostro comune per finanziare una consulenza ad un professionista o ad una società che si occuperà di chiedere un finanziamento regionale a copertura dei costi di funzionamento dell’Unione dei Comuni.
Mi spiego meglio: io ente pubblico pago una consulenza ad un privato perché mi aiuti a chiedere soldi pubblici per far funzionare una cosa che non serve.
Usiamo soldi dei cittadini per chiedere soldi alla Regione per poter far funzionare l’Unione.
Ovviamente se la Regione finanzierà tutto questo il comune rientrerà anche della spesa sostenuta per pagare la consulenza.
Ma la Regione non siamo ancora noi? Le risorse della Regione non sono ancora risorse nostre?
Ma di queste cose quasi nessuno parla!

Bibliografia (linkeria) essenziale:
- Tutti gli atti amministrativi dell'Unione dei Comuni;
- Sulla storia dell'Unione dei Comuni: parte 1, parte 2 e parte 3

martedì 21 ottobre 2008

Serata dedicata al Federalismo Fiscale

Ieri sera ho partecipato all’incontro organizzato dall’Associazione Giovani sul tema del federalismo fiscale. Ospiti relatori erano il Presidente della nostra Provincia, Alberto Cavalli e il deputato della Lega Nord Davide Caparini, Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali.
Visto che Maurizio non ha partecipato all'incontro questa volta la recensione sulla serata la faccio io.

Esprimo subito un giudizio positivo sull'incontro: i due relatori erano preparati in materia visto il loro ruolo istituzionale e politico e, per una volta, non si è parlato di aria fritta. Il treno del federalismo fiscale è partito e con il progetto del federalismo Fiscale si metterà un secondo mattone, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione avvenuto nel 2001, verso la costruzione di uno stato più moderno. E’ stato sottolineato da entrambi i relatori che questa volta è molto più condiviso il tema della riforma dello Stato in senso federale rispetto a quanto non lo sia stato in passato e che, sul federalismo fiscale in particolare, anche parte del PD è sostanzialmente concorde con quanto proposto dal governo di centrodestra. Vedremo in Parlamento come andranno davvero le cose entro la fine dell’anno.
I tasselli indispensabili per avere davvero uno Stato riformato sono almeno tre: dare al livello amministrativo più basso (Comuni, Province e Regione) la responsabilità delle competenze che possono effettivamente gestire (la riforma approvata nel 2001: principio di sussidiarietà), dare agli enti (parziale) autonomia economica (la riforma proposta nel 2008 con il Federalismo Fiscale) e definire una volta per tutte chi fa cosa (Carta delle Autonomie) per evitare che tutti i livelli amministrativi si occupino di tutto. Credo che senza questo terzo tassello la riforma del federalismo fiscale non solo sarà incompleta e quindi inefficace, ma anche porterà probabilmente all’inefficienza del sistema.

Si è sfiorato anche il tema della Provincie e della loro utilità/inutilità: argomento che non mi appassiona dal punto di vista ideologico ma che sarebbe bello affrontare nel concreto analizzando provincia per provincia per vedere cosa fa e come lavora. A titolo di esempio Brescia riunisce oltre 200 comuni e 1'200'000 abitanti, Trieste 6 comuni e 230'000 abitanti, Matera 31 comuni e 200'000 abitanti. Parlare quindi di Province in senso astratto non ha senso, secondo me.

Ultimo tema proposto è stato quella dell’abolizione degli “enti inutili”, sottolineando quello che è il progetto di sopprimere le comunità montane. Caparini ha sottolineato come da camuno sia favorevole alla abolizione della comunità montana camuna, dimenticandosi di dire che ha presentato una proposta di legge per istituire la Provincia della Valle Camonica con sede a Breno. Peccato veniale, a mio avviso,questa dimenticanza proprio perché un ripensamento vero del ruolo di Regioni, Provincie e Comuni con una loro ridefinizione anche geografico-amministrativa è a mio avviso fondamentale. E’ fin troppo ovvio che Palazzo Broletto non potrà mai occuparsi in modo efficace ed efficiente allo stesso tempo delle esigenze di Temù, Acquafredda e Limone, ma anche Desenzano, Gardone Valtrompia e Montichiari e Palazzolo.

Pochi gli interventi da parte del pubblico se non altro per motivi di tempo. Tuttavia ho provato a chiedere un parere ai relatori circa l’istituzione di ulteriori strutture amministrative e/o funzionali oltre a Comuni, Provincie e Regioni. In particolare ho chiesto cosa ne pensassero della nostra Comunità del Garda e dell’Unione dei Comuni della Valtenesi.
Se sulla Comunità del Garda c’è stato un laconico silenzio dei relatori, silenzio che spiega più di tante parole, sull’Unione dei Comuni il Presidente Cavalli ha detto che, a condizione che non costino un euro in più ai cittadini e non necessitino di ulteriore personale, potrebbero essere una soluzione per gestire in modo consorziato alcuni servizi in carico ai Comuni.
Anche Caparini si è detto favorevole a forme di collaborazione fra i comuni per rendere ai cittadini quei sevizi che i comuni individualmente non possono gestire e quindi offrire.
In fondo quello che ho sentito è esattamente quello che penso, però qualcosa non mi torna. Cosa non mi torna cercherò di spiegarlo nel prossimo post.

venerdì 17 ottobre 2008

il ritorno del figliol prodigo

Leggo oggi fra le notizie riportate sul web che Gavino Angius sta ufficializzando il suo ingresso nel PD. All'indomani dello scioglimento dei DS moltissimi sostenitori della mozione Angius scelsero di entrare nel PD dando vita alla componente di Sinistra per Veltroni. Quasi tutta la Sinistra Giovanile bresciana scelse di entrare nel PD pur provenendo dalla mozione Angius. Nulla di strano, anzi! Io stesso sostenni la mozione Mussi, ma, una volta deciso di sciogliere i DS e dar vita al PD, non esitai a dare il mio contributo per questo difficilissimo progetto.
Chiunque abbia voglia di lavorare per il PD e aiuti a far nascere un partito nuovo, un vero Partito Democratico è il benvenuto.


La mia domanda è però questa: chi sarà il prossimo figliol prodigo a tornare indietro sui suoi passi?

giovedì 16 ottobre 2008

Ancora sul PGT di San Felice

Da mesi sostengo che il PGT sia un piano deludente. Lo scrissi a giugno quando fu presentato al pubblico il PGT. Mi chiesi se la mia valutazione negativa fosse l'unica in tutto San Felice. Ora leggo con piacere il pensiero di un'associazione (SF+F) che ben conosco ma di cui non faccio parte. Lo riporto con piacere nel mio blog.
San Felice «Troppo consumo di territorio»
Nelle osservazioni al Pgt di un’associazione la difficile sostenibilità ambientale della crescita demografica
SAN FELICE - Consumo eccessivo del territorio, troppe cubature rispetto alla domanda, distribuzione disordinata degli interventi.Sono le cose che non vanno,secondo l’associazione «San Felice più felice», nel Piano di governo del territorio in fase di predisposizione nel Comune della Valtenesi.Il sodalizio (che si occupa di sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale) ha consegnato al sindaco alcune osservazioni in proposito, chiedendo all’ Amministrazione di riconsiderare certe previsioni.
«Se una volta - sostiene l’associazione - a San Felice ci si poteva gloriare di una certa moderazione nel consumo del territorio, soprattutto rispetto ad altri centri della Valtenesi, oggi tale moderazione non è più sufficiente. Anzi ci sembra molto difficile riconoscerla in questo Pgt».La superficie terrestre del Comune è di 690 ettari; tolti l’abitato storico e la sua espansione moderna, le zone artigianali, i campeggi, le serre, i boschi e i declivi non edificabili, restano poco più di 300 ettari
agricoli.«Nei Piani attuativi residenziali proposti dal Pgt - afferma l’associazione - si prevede un consumo di 16 ettari, più altri 4 per le espansioni alberghiere. Il totale del patrimonio agricolo e non urbanizzato».
I soci di «San Felice più felice» si chiedono se siano sostenibili nel medio e lungo periodo la crescita demografica e il consumo del territorio attivati dal Pgt.Negli ultimi quindici anni la crescita residenziale in Valtenesi è stata del 43% (del 33% a San Felice) a fronte di un 5% in Lombardia.
«Qui - sostiene l’associazione - non è l’esigenza di abitazioni che sta alla base del costruire, ma è la continua offerta abitativa che genera i flussi di immigrazione».È insomma una crescita di tipo esogeno, legata al flusso migratorio determinato dall’enorme offerta di case, mentre il Pgt dovrebbe «legittimamente rispondere alle necessità della crescita endogena (incremento demografico delle famiglie locali) con edilizia, nella maggiore proporzione economicamente possibile, a prezzo convenzionato, senza contribuire ad alimentare l’immigrazione e le seconde case».
La nuova cubatura residenziale prevista dal Pgt (56mila mc) corrisponde a 370 abitanti equivalenti, ossia una crescita demografica di un altro 11% nei prossimi 5 anni.I piani attuativi turistici promettono altri 32mila mc che portano il totale previsto a 88mila mc.«Questo è sviluppo moderato e sostenibile?», si domanda l’associazione, che chiede al Comune di ripensare anche la distribuzione sparsa degli interventi, per «mantenere l’identità e la distanza fisica tra San Felice, Portese e Cisano, evitando il continuo urbanizzato tra i tre nuclei storici».
Nell’osservazione vengono tra l’altro segnalati alcuni casi specifici, come gli interventi nei pressi del Santuario del Carmine o il piano residenziale sulla strada per la Baia del Vento, che apre il varco all’edificazione a sud della via stessa, in una delle aree più pregiate del territorio.
Simone Bottura (Giornale di Brescia 16.10.2008)

martedì 14 ottobre 2008

Un anno dopo

Oggi è il primo compleanno del PD. Esattamente il 14 ottobre 2007 milioni di cittadini andarono a manifestare la propria intenzione di dar vita ad un partito nuovo.
A distanza di un anno il partito nuovo non c'è al 100%, forse al 10%, ma il contagio è partito e, volenti o nolenti, il PD davvero democratico si farà. Non si torna più indietro!

Da Gussago mi arrivano buone notizie che pubblico volentieri.

Ieri a Gussago si sono svolte le primarie per la scelta del candidato sindaco del PD.
Dopo mesi di discussioni all’interno del direttivo, si era giunti alla decisione, presa a larga maggioranza che a Gussago per la scelta del sindaco, si sarebbero svolte le primarie. Presa la decisione, ci siamo sentiti un poco soli…. Addirittura il sindaco attualmente in carica, è riuscito a negarci l’uso di sale pubbliche, e dal provinciale, molta freddezza…(eufemismo).

Purtroppo, per qualcuno (o per molti e se sono molti è meglio) a Gussago si è continuato, coinvolgendo persone nuove per i seggi ed andando casa per casa a spiegare il perché della scelta. È stato un lavoro duro anche per l’aria che si sentiva attorno, ma i frutti si sono visti ieri. 404 persone si sono recate ai seggi, (136 in quelli dislocati sul territorio) e sfidando gli sguardi ironici di leghisti e di militanti della lista civica Gussago Insieme (ricordo, lista composta da molti di centro-sinistra) hanno scelto chi per loro dovrà essere il prossimo candidato sindaco.
404 votanti vuol dire raddoppiare il numero di persone che avevano votato a gennaio per la fondazione territoriale del PD e raggiungere il 57% dell’affluenza avuta con le primarie per la scelta del candidato premier Veltroni, quando televisioni e giornali non hanno parlato d’altro per settimane.
Mentre nel nostro caso solo sabato i giornali locali hanno ricordato l’evento.
I gussaghesi hanno scelto (54%) Chiara Delorenzi , 28 anni laureata, dottoranda, coniugata ed in dolce attesa.

Chiara, portavoce prima della margherita, poi del locale circolo del PD, con coraggio si è buttata nella mischia. Il suo coraggio è stato ripagato. GRANDE CHIARA.
Per noi organizzatori è stata una grandissima vittoria, che non fa altro che convincerci sempre di più del bisogno estremo di uscire dalle segreterie, di pensare un po’ meno a seggiole e posti e rischiare il contatto con la gente.
Le persone se guardandoti negli occhi, vedono buona fede e volontà, poi rispondono alle sollecitazioni e partecipano.Ci siamo dati delle regole che sono molto importanti. Se riusciremo a rispettarle, il nostro partito potrà risollevarsi e aiutare gli italiani ad uscire dalla crisi economico-istituzio nale, nella quale siamo caduti.

Basta crederci e le primarie di Gussago, lo dimostrano.

lunedì 13 ottobre 2008

Brescia, chiude lo sportello immigrati della città più multietnica

Brescia: la città d’Italia con la più alta percentuale di stranieri (16% contro una media nazionale del 7%) e tra le prime in Europa. E con uno sportello per gli immigrati, nato 19 anni fa, preso ad esempio da molti altri Comuni. Ma che presto chiuderà.
E gli impiegati dell’ufficio, in tutto 12 persone che rischiano di perdere il lavoro, protestano: “Ci siamo sentiti dire”, spiegano, “che il nostro servizio, proprio perché buono, finiva con attirare più stranieri in città”.
La chiusura dello sportello comunale è già stata decisa. Il 31 dicembre prossimo le decine di immigrati che ogni giorno cercano assistenza, quasi sempre trovando anche qualcuno che parla la loro lingua, saranno dirottati altrove. Colpa della mancanza di fondi da destinare all’ufficio, spiega l’assessore ai Servizi sociali, Giorgio Maione. Questo tipo di servizi verrà affidato a un operatore privato del sociale.
Ma c’è chi punta il dito contro la nuova giunta di centrodestra, colpevole di adottare misure che vanno nella direzione opposta rispetto all’accoglienza. La fine dell’esperienza positiva di via Saffi viene letta come l’ultima mossa dopo le ordinanze che mettono in difficoltà gli stranieri: il divieto di bivaccare nei parchi e di portare borse di grosse dimensioni, gli stranieri esclusi dal bonus bebè, le piazze frequentate da extracomunitari private delle panchine. Franco Valenti, l’esperto che nel 1989 era stato arruolato per aprire l’ufficio immigrati, è stato congedato ad aprile. E ai 12 mediatori culturali dello sportello non verrà rinnovato il contratto.
Sembra la perdita di un punto di riferimento per i 30 mila immigrati residenti a Brescia, che si rivolgevano in via Saffi per un aiuto nel rinnovo del permesso di soggiorno, ma anche nelle pratiche per scuola, casa, sanità. L’assessore Maione assicura che gli stranieri della città non saranno abbandonati dal Comune: “Purtroppo la finanziaria ci costringe a rinunciare agli operatori dello sportello”, spiega. “Ma la nostra idea è di distribuire gli stessi servizi sul territorio, affidandoli ad associazioni di volontariato e ai patronati”. Ma se la data della chiusura del vecchio servizio è già decisa (31 dicembre), quella dell’apertura dei nuovi è un’incognita.

(da Panorama 12.10.2008)

Se queste cose le racconta Panorama..... vuol dire che si sta davvero passando il segno.... o no?

Operazione fiato sul collo

Fiato sul collo


Beppe Grillo ne ha pensata un'altra: si chiama operazione "Fiato sul collo" ovvero una serie di azioni per fare in modo che si sappia cosa avviene nel Consiglio Comunale dei comuni italiani. Riprendere le sedute del Consiglio Comunale di San Felice del Benaco è espressamente vietato dal Regolamento del Consiglio Comunale per i "semplici cittadini" e per i consiglieri (art. 36 comma 4).
Nell'ultima adunanza del Consiglio (29.09.08) c'erano numerosi argomenti su cui informarsi, ma il pubblico era ridotto all'osso. Si è dibattuto di abusi edilizi, di viabilità, del progetto delle paludi per la casa albergo (che non si farà ma di cui la nostra amministrazione continua ad occuparsi).

Io nel mio piccolo proverò a "informare" (come e quanto riuscirò) nel mio blog, aderendo a questa operazione.

venerdì 10 ottobre 2008

Guzzanti ... Paolo

Caro Silvio,

non ho alcuna intenzione di andarmene dal PDL ma di introdurvi la democrazia, non sono una scimmia ammaestrata ed esiste un problema di libertà nel partito delle libertà. quanto a Putin, forse non sai molto su di lui e sulla Russia: eccoti due notizie in pillole. il conflitto di coscienza permane e, quanto a vomitare, ho vomitato in ricordo dei miei morti, di Sasha, di Anna Politkovskaya che quando tu andavi alla televisione russa a spiegare il paradiso putiniano ai russi, s’incazzava come una belva. poi l’hanno stesa con quattro revolverate e non s’incazza più.

(Leggi il blog di Paolo Guzzanti) (oppure sul Corriere della Sera)

Tanti si ricordano di Sabina Guzzanti, altri di Corrado Guzzanti (lo presento anche nel mio blog qui), non so quanti di Paolo Guzzanti (è anche lui della famiglia), già senatore di FI eletto a Brescia, ora deputato del PDL.

Vederlo in rotta di collisione con "il suo capo" e sentirlo parlare di "problema di libertà nel partito delle libertà" mi fa capire che tutto il mondo è paese.
Io credo che, nel mio campo di gioco, ci sia un "problema di democrazia nel Patito Democratico", ma questo è un'altro tema, ne parlerò un'altra volta!

giovedì 9 ottobre 2008

Bologna, Cofferati non si ricandida


E' un vero peccato che Cofferati non abbia dato la sua disponibilità a ricandidarsi. Evidentemente non sempre è così automatico che un sindaco uscente debba fare per forza fare anche il secondo mandato, anzi!
Immagino che nel PD bolognese ci sia un momento di disorientamento, ma non posso pensare che in tutta Bologna non esista un'altra persona altrettanto valida.
Un doppio bravo a Cofferati: per aver avuto una linea di amministrazione chiara e in cui mi riconosco (non posso dimenticare gli scontri con la sua maggioranza sul tema del rispetto delle regole) e dimostrare che non tutti sono incollati alla poltrona (di sindaco o comunque di un posto di potere).

mercoledì 8 ottobre 2008

facebook


Se vi capita di trovarmi su facebook.... salutatemi !!!

martedì 7 ottobre 2008

Anna Politkovskaja

Già l'anno scorso scrissi un post "per non dimenticare".

Il Corriere della Sera spiega molto meglio di me chi era Anna Politkovskaja e perchè è importante non dimenticare.

Dedico questo post oltre ad Anna Politkovskaja anche e soprattutto a tutti quelli che non hanno paura di dire la verità e non hanno timore di mettersi contro chi gestisce il potere. Tutti quelli che non si fanno strumentalizzare per giochi politici, tutti quelli che pensano che prima di tutto venga il bene comune.

lunedì 6 ottobre 2008

Acqua ... ma quanto mi costi

In questi giorni, come tante altre persone, anche io ho fatto la fila per pagare l’acconto sul servizio idrico … insomma ho pagato la bolletta dell’acqua, per dirla in parole semplici. Come alcuni sanno dal gennaio 2007 non sono più i comuni a gestire il servizio idrico (acquedotto e fognatura) ma sono diverse società. Nel caso del Garda bresciano il servizio è gestito da GardaUno SpA, ovvero i comuni stessi che si fanno imprenditori.
Uno degli obbiettivi di questa privatizzazione (voluto da una legge nazionale lontana nel tempo) è quello di “razionalizzare” il servizio. Il primo risultato ottenuto in meno di due anni di gestione privata dell’acqua è un progressivo aumento dei costi. Ma quanto?
Chiunque, leggendo le due fatture arrivate a casa in questi pochi mesi (prima e dopo l’estate) potrà confrontare i costi del 2007 e quelli del 2008. Ogni comune fa storia a se, io ho presente la situazione di San Felice, comune ove risiedo. Fra il 2007 e il 2008 l’aumento del costo dell’acqua è stato del 28.8%. Vediamo in dettaglio. Per una famiglia residente i primi 100 metricubi di acqua sono passati da un costo di 0.1300 Euro/mc a 0.1675 Euro/mc (+28.8%). Per il secondo scaglione(consumi da 100 a 150 mc) da 0.2600 a 0.3350 (+28.8%) per il terzo da 0.338 a 0.4355 Euro/mc (+28.8%) e per chi consuma davvero tanto 0.6700 Euro/mc.
Tralascio in questa sede di fare considerazioni circa l’opportunità di fatturare un acconto calcolato sui mesi primaverili ed estivi (da marzo a luglio) proiettando i consumi sui 12 mesi dell’anno che ha portato famiglie normali ad avere proiezioni di consumi esagerati e quindi una parte di fatturazione al massimo dei costi, cosa che ha portato liquidità nel breve periodo a GardaUno e che mi auguro sarà conguagliato a fine 2008 correggendo le stime di consumi ipotetici con i consumi reali, per soffermarmi su una questione diversa.
GardaUno, saggiamente, si lava le mani circa l’aumento del costo dell’acqua. Scrive appunto sulla fattura che i costi sono stati deliberati dall’assemblea consortile dell’ATO in data 18.04.2008. Comincia quindi lo scarica barile: GardaUno dice, giustamente, che gli aumenti del 28.8% non sono stati decisi da loro.
Cerchiamo di capire chi è l’assemblea consortile dell’ATO. Cercando in internet si trova il sito web dell’ATO (http://ato.provincia.brescia.it/) e qui il verbale della deliberazione n. 3 del 18.04.2008 che stabilisce le nuove tariffe. Partecipano all’assemblea oltre il rappresentante della Provincia anche un rappresentate per ciascuno dei 206 comuni della provincia di Brescia. Risulta ovvio che ATO non è altro che un organismo che rappresenta l’interesse pubblico, cioè dei cittadini.
Risultato della votazione: su 95 presenti (anche San Felice era presente) 93 favorevoli e 2 astenuti (Braone e Travagliato).
Ora so chi ha deciso l’aumento del 28.8% del costo dell’acqua a San Felice.

venerdì 3 ottobre 2008

Miracolo a Sant'Anna


Esce in questi giorni il fil di Spike Lee che, fra l'altro, racconta anche la vicenda della strage di Sant’Anna di Stazzema.

Sul film ci sono 1000 polemiche, ma credo che sia una cosa positiva che per la prima volta a livello internazionale si parli della strage di Sant'Anna di Stazzema in un film, quindi per il grande pubblico.

Credo che andrò a vedere il film e, magari cambierò idea, ma per ora sono già contento che di quel fatto tragico se ne parli.

giovedì 2 ottobre 2008

TetraPak

Passando molto tempo in auto mi capita di sentire spesso la "notizia" che finalmente i contenitori in Tetra Pak si possono riciclare.


In effetti altri blog rilanciano la notizia:
http://danielcolm.blogspot.com/2008/09/tiriciclo-tetra-pak.html
ma io non ho capito bene come fare.

Evidentemente si deve prevedere un sistema di raccolta dei contenitori (una camana nuova) che attualmente non c'è in tutti i comuni italiani.
A dire il vero in provincia di Brescia c'è un certo numero di comuni che hanno attivato la raccolta, e come sempre GardaUno non brilla per tempestività.

martedì 30 settembre 2008

PGT San Felice: ecco i numeri

Egregio direttore,

leggo sul suo giornale (edizione del 10.09.2008) che l’associazione «Tuteliamo l’ambiente ed il territorio di San Felice, Portese e Cisano» ha confermato il giudizio positivo già espresso nei riguardi della proposta di piano, a partire da un consumo di territorio molto limitato. Nell'arco di validità del piano sono previste, a detta dell'associazione, espansioni residenziali di circa 70.000 metri quadrati, l'1% del territorio comunale. Vorrei partire proprio da questi numeri, che, se la matematica non è un'opinione, non mi tornano proprio. Nella relazione del Documento di Piano leggiamo che il Pgt prevede ambiti di trasformazione residenziali per un totale di 140.076 metri quadrati, a cui si aggiungono aree di completamento residenziale per altri 20.099 metri quadri, per un totale dunque di 160.175 metri quadri. A questi si sommano 43.143 metri quadri di aree di trasformazione con destinazione alberghiera. Ma non è finita qui: per tre dei campeggi presenti sul territorio comunale (37.186 mq) è prevista la trasformazione in villaggi turistici; destinazione questa sicuramente irreversibile rispetto alla attuale. Arriviamo così ad un totale di 240.504 metri quadri. Se questo dato viene poi rapportato all'estensione del territorio comunale, che è di 6,9 kmq, otteniamo un consumo di suolo pari al 3,5%.
Ho riflettuto a lungo sul dato dell'1% fornito da Vittorio Carbone, presidente dell'associazione che vorrebbe tutelare il nostro territorio, e l'unico modo per far tornare i loro conti è quello di considerare in realtà anche la superficie a lago che ricade entro i confini del nostro comune. Mi sembra però «poco significativa» una valutazione di questo tipo!
Battute a parte, in realtà anche il calcolo del 3,5% non è corretto. Una valutazione corretta del consumo di suolo che il Pgt produrrà dovrebbe essere fatta considerando la superficie di terreno potenzialmente edificabile e disponibile, che rappresenta la somma delle superfici di terreno non ancora edificate e che, per caratteristiche morfologiche, potrebbero essere edificate. Dunque dai 6,9 kmq andrebbero sottratte le aree già urbanizzate e le aree che hanno una pendenza tale da non consentire interventi, e vi assicuro che così facendo riduciamo la superficie disponibile a poco più di 4 kmq. Ad essere corretti dovremmo sottrarre anche le aree di particolare pregio ambientale (come l'Isola del Garda, la punta di San Fermo), riducendo ulteriormente la superficie e disposizione per le trasformazioni. Ma già rapportando il consumo di suolo ad una superficie potenzialmente edificabile di 4 kmq otterremmo un consumo, nei cinque anni di durata del Documento di Piano, superiore al 6%.
Se le amministrazioni future manterranno questo trend di consumo, nell'arco di 70 anni esauriremo tutto il territorio a disposizione e dovremo veramente cominciare a pensare di costruire sull'acqua!
Ciò è peraltro confermato dalla crescita demografica prospettata: 374 abitanti, pari ad un incremento dell'11% rispetto alla popolazione attuale (3360 abitanti al 31.12.2007). In realtà anche sul dato di incremento demografico varrebbe la pena di fare qualche riflessione. Il numero dei nuovi abitanti viene infatti calcolato partendo dalla volumetria che il piano destina alla residenza e attribuendo il valore convenzionale di 150 metri cubi ad ogni abitante potenziale. Ma per una realtà come la nostra ha realmente senso un valore di questo tipo, che significherebbe, tradotto in superficie, una disponibilità di 165 metri quadri per una famiglia di tre persone? In un comune come San Felice del Benaco, dove il mercato immobiliare ha raggiunto valori decisamente impegnativi, è forse più realistico che una famiglia normale si debba accontentare di un trilocale di 75 metri quadri. Se ragioniamo in termini reali, ci rendiamo dunque conto che l'incremento di popolazione andrebbe decisamente corretto al rialzo, superando i 700 nuovi abitanti, pari ad un incremento di popolazione del 20%.
In campagna elettorale, 4 anni fa, una persona aveva chiesto quale potesse essere il futuro di San Felice in termini di crescita e chissà se questa proposta di piano lo soddisfa.
Io mi scuso per «aver dato i numeri» in maniera forse eccessiva, ma chi ha un compito istituzionale come il mio ha il dovere di dire, in maniera seria, ai propri concittadini come stanno le cose, affinché ciascuno possa fare le proprie riflessioni basate sui fatti reali e non sulle chiacchiere di paese. E spero tanto che le mie riflessioni possano essere di aiuto anche ai tanti cittadini della nostra provincia che di questi tempi si stanno confrontando con questo nuovo strumento di governo del territorio che è il Pgt.
Prof. Ing. Michela Tiboni
CONSIGLIERE COMUNALE DI SAN FELICE DEL BENACO
PROFESSORE ASSOCIATO DI TECNICA E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
(BresciaOggi del 30.09.2008)

lunedì 29 settembre 2008

Chi decide la sorte del nostro territorio?

«È arrivato il momento di dire basta alla cementificazione del nostro splendido paesaggio. Basta alla speculazione edilizia. E ancora basta al potere degli amministratori comunali di decidere la sorte del territorio».È il grido di battaglia di «Italia Nostra» e delle associazioni ambientaliste locali, tra cui «Roverella» e «Comitato per il parco delle colline moreniche» lanciato ieri a Maguzzano, nel corso della giornata nazionale «Paesaggi sensibili».«Italia Nostra», lo ricordiamo, giorni fa ha lanciato un allarme nazionale sulla scomparsa di alcuni dei paesaggi più belli del Paese: tra questi le colline di Siena, ma anche il Garda. Dall’allarme ora si vuol passare all’azione.A sostegno della battaglia è arrivata anche la voce autorevole di Luca Rinaldi, Soprintendente per i Beni architettonici e per il Paesaggio di Brescia, deciso anche lui a fermare la proliferazione edilizia.Due le novità annunciate da Rinaldi. La prima è il vincolo definitivo nell’area «Borgo + 39» a Toscolano, firmato il 25 settembre, per bloccare la demolizione dell’ex Oleificio Sociale Benacense, raro esempio di archeologia industriale «LIberty» proprio in riva al lago, al posto del quale i privati vorrebbero costruiire una grande struttra residenziale e alberghiera. L’intervento della Soprintendenza mira a impedire qualsiasi progetto edilizio che non rispetti il valore del sito, compresa l’area verde.La seconda novità riguarda il vincolo storico su Maguzzano, riconosciuto come antico comune monastico. Anche se la firma è ancora lontana, Rinaldi è deciso ad andare avanti «a prescindere dal parere del Comune di Lonato».È un intervento molto atteso dalle associazioni ambientaliste locali, preoccupate che la cementificazione selvaggia avvenuta negli ultimi anni a Padenghe arrivi ad intaccare uno degli ultimi angoli intatti. Il vincolo storico culturale interesserà l’Abbazia ma anche il territorio circostante. 300 ettari in tutto, coinvolgendo circa un migliaio di proprietari.«Non sarà facile gestire un’operazione del genere - ha spiegato Rinaldi-. Il personale nei nostri uffici scarseggia e le proteste saranno molte. Ciò nonostante questo tipo di vincolo ci permette di esercitare un controllo maggiore sulle aree. Fino a questo momento la legge non ci ha permesso di fare molto. Eppure siamo riusciti a difendere dall’aggressione edilizia l’area del castello di Moniga e ora stiamo seguendo con attenzione l’intervento di Campione del Garda».Presenti alla tavola rotonda il presidente del Comitato parco colline moreniche Emilio Crosato, il giornalista Paolo Biondani e la presidente della sezione bresciana di «Italia Nostra» Rossana Bettinelli, che ha lanciato un chiaro appello ai sindaci del lago. «I Comuni sono in continua caccia di introiti e la costruzione di nuove case porta guadagni sicuri alle casse comunali. Occorre rompere questo sistema e premiare i Comuni virtuosi».




Nella foto l'edificazione dell'area Boschette a Portese (San Felice del Benaco)
Il condominio risale agli anni '60 quando la tematica ambientalista era sconosciuta, mentre il "borgo" è frutto del PRG vigente risalente a metà degli anni '90 ed è stato edificato negli ultimi tre anni. - commento personale dell'autore del Blog


Ieri all’abazia di Maguzzano c’era anche Paolo Biondani, giornalista de «L’Espresso» (NDR: io ne ho parlato qui) . Biondani è salito alla ribalta delle cronache locali grazie ad una recente inchiesta dal titolo «Lago di Garda e di cemento» in cui si denuncia il coinvolgimento della mafia nella cementificazione aggressiva che si è verificata negli ultimi anni.«Politici spregiudicati, costruttori senza scrupoli e mafiosi stanno distruggendo il paradiso naturale con lottizzazioni selvagge - ha detto Biondani -. Abbiamo la mafia in casa e non ce ne accorgiamo. Roberto Saviano (autore di «Gomorra»), nostro collaboratore de L’Espresso, sostiene che i Casalesi stanno investendo molti soldi sul lago di Garda. A rafforzare questa ipotesi c’è l’arresto avvenuto due giorni fa da parte della Procura di Palermo di un imprenditore edilizio veneto, accusato di essere stato incaricato dal boss Lo Piccolo di investire 8 milioni di euro in speculazioni edilizie in Veneto. Si tratta di due fatti che ci fanno capire come la mafia sia presente anche sul Garda e questo dovrebbe mettere in guardia gli amministratori».Secondo Italia Nostra le «nuove abitazioni» costruite in 14 paesi della riviera bresciana dal 1981 al 2001 sono aumentate del 47%. Per quanto riguarda il futuro, sommando solo i progetti già in cantiere, si supera il milione di metri cubi di nuove costruzioni. Biondani sostiene al proposta di togliere potere ai politici locali. «La figura del Sovrintendente può fare poco perché le decisioni spettano ai sindaci. Serve una nuova legge urbanistica nazionale, indispensabile per il futuro del lago»

Dal BresciaOggi del 28.09.2008

sabato 27 settembre 2008

Faretti a LED

Oggi mi sono dedicato ai lavori di casa in vista della brutta stagione.
Fra le varie cose che mi hanno occupato il tempo ho voluto provare a sostituire i faretti alogeni incassati nel soffitto della sala con faretti a LED che assicurano un notevole risparmio energetico.
I faretti hanno una potenza nominale di 2 watt contro i 35 W di ciascun faretto alogeno.
Non ho ancora capito se il colore della luce mi piace. E' un po' troppo bianca! Staremo a vedere.
Per ora ho cambiato solo 4 punti luce su 8 totali passando da una potenza installata di 140 W ad 8W.
Considerando che le luci interessate sono quelle della sala e che nella brutta stagione restano accese per almeno 3 ore giornaliere dovrei risparmiare circa 400 Wh al giorno che alla fine dell'inverno (150 giorni circa) diventano 60 kWh.
Unica nota negativa la spesa di installazione: 15 Euro per faretto!

venerdì 26 settembre 2008

WiMax.... sarà .... ?

Leggo sul blog di Andrea che in Lombardia è in arrivo il Wi-Max .


Ora mi spiego perchè in tantissimi entrano sul mio blog cercando da Google la voce "Linkem". Rimarranno un poco delusi trovando la narrazione della mia vicenda con HiperLan di Linkem (ndr. da sei mesi sono passato ad Eolo!).

Chissà se l'esperienza maturata con la poco felice vicenda della banda larga in Provincia di Brescia ha insegnato qualcosa a Linkem.

Staremo a vedere, perchè se quello del WiMax targato Linkem sarà un buon servizio, questo vorrà dire maggior concorrenza fra gli operatori e quindi costi (per tutti) più bassi.