martedì 30 settembre 2008

PGT San Felice: ecco i numeri

Egregio direttore,

leggo sul suo giornale (edizione del 10.09.2008) che l’associazione «Tuteliamo l’ambiente ed il territorio di San Felice, Portese e Cisano» ha confermato il giudizio positivo già espresso nei riguardi della proposta di piano, a partire da un consumo di territorio molto limitato. Nell'arco di validità del piano sono previste, a detta dell'associazione, espansioni residenziali di circa 70.000 metri quadrati, l'1% del territorio comunale. Vorrei partire proprio da questi numeri, che, se la matematica non è un'opinione, non mi tornano proprio. Nella relazione del Documento di Piano leggiamo che il Pgt prevede ambiti di trasformazione residenziali per un totale di 140.076 metri quadrati, a cui si aggiungono aree di completamento residenziale per altri 20.099 metri quadri, per un totale dunque di 160.175 metri quadri. A questi si sommano 43.143 metri quadri di aree di trasformazione con destinazione alberghiera. Ma non è finita qui: per tre dei campeggi presenti sul territorio comunale (37.186 mq) è prevista la trasformazione in villaggi turistici; destinazione questa sicuramente irreversibile rispetto alla attuale. Arriviamo così ad un totale di 240.504 metri quadri. Se questo dato viene poi rapportato all'estensione del territorio comunale, che è di 6,9 kmq, otteniamo un consumo di suolo pari al 3,5%.
Ho riflettuto a lungo sul dato dell'1% fornito da Vittorio Carbone, presidente dell'associazione che vorrebbe tutelare il nostro territorio, e l'unico modo per far tornare i loro conti è quello di considerare in realtà anche la superficie a lago che ricade entro i confini del nostro comune. Mi sembra però «poco significativa» una valutazione di questo tipo!
Battute a parte, in realtà anche il calcolo del 3,5% non è corretto. Una valutazione corretta del consumo di suolo che il Pgt produrrà dovrebbe essere fatta considerando la superficie di terreno potenzialmente edificabile e disponibile, che rappresenta la somma delle superfici di terreno non ancora edificate e che, per caratteristiche morfologiche, potrebbero essere edificate. Dunque dai 6,9 kmq andrebbero sottratte le aree già urbanizzate e le aree che hanno una pendenza tale da non consentire interventi, e vi assicuro che così facendo riduciamo la superficie disponibile a poco più di 4 kmq. Ad essere corretti dovremmo sottrarre anche le aree di particolare pregio ambientale (come l'Isola del Garda, la punta di San Fermo), riducendo ulteriormente la superficie e disposizione per le trasformazioni. Ma già rapportando il consumo di suolo ad una superficie potenzialmente edificabile di 4 kmq otterremmo un consumo, nei cinque anni di durata del Documento di Piano, superiore al 6%.
Se le amministrazioni future manterranno questo trend di consumo, nell'arco di 70 anni esauriremo tutto il territorio a disposizione e dovremo veramente cominciare a pensare di costruire sull'acqua!
Ciò è peraltro confermato dalla crescita demografica prospettata: 374 abitanti, pari ad un incremento dell'11% rispetto alla popolazione attuale (3360 abitanti al 31.12.2007). In realtà anche sul dato di incremento demografico varrebbe la pena di fare qualche riflessione. Il numero dei nuovi abitanti viene infatti calcolato partendo dalla volumetria che il piano destina alla residenza e attribuendo il valore convenzionale di 150 metri cubi ad ogni abitante potenziale. Ma per una realtà come la nostra ha realmente senso un valore di questo tipo, che significherebbe, tradotto in superficie, una disponibilità di 165 metri quadri per una famiglia di tre persone? In un comune come San Felice del Benaco, dove il mercato immobiliare ha raggiunto valori decisamente impegnativi, è forse più realistico che una famiglia normale si debba accontentare di un trilocale di 75 metri quadri. Se ragioniamo in termini reali, ci rendiamo dunque conto che l'incremento di popolazione andrebbe decisamente corretto al rialzo, superando i 700 nuovi abitanti, pari ad un incremento di popolazione del 20%.
In campagna elettorale, 4 anni fa, una persona aveva chiesto quale potesse essere il futuro di San Felice in termini di crescita e chissà se questa proposta di piano lo soddisfa.
Io mi scuso per «aver dato i numeri» in maniera forse eccessiva, ma chi ha un compito istituzionale come il mio ha il dovere di dire, in maniera seria, ai propri concittadini come stanno le cose, affinché ciascuno possa fare le proprie riflessioni basate sui fatti reali e non sulle chiacchiere di paese. E spero tanto che le mie riflessioni possano essere di aiuto anche ai tanti cittadini della nostra provincia che di questi tempi si stanno confrontando con questo nuovo strumento di governo del territorio che è il Pgt.
Prof. Ing. Michela Tiboni
CONSIGLIERE COMUNALE DI SAN FELICE DEL BENACO
PROFESSORE ASSOCIATO DI TECNICA E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
(BresciaOggi del 30.09.2008)

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