martedì 21 ottobre 2008

Serata dedicata al Federalismo Fiscale

Ieri sera ho partecipato all’incontro organizzato dall’Associazione Giovani sul tema del federalismo fiscale. Ospiti relatori erano il Presidente della nostra Provincia, Alberto Cavalli e il deputato della Lega Nord Davide Caparini, Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali.
Visto che Maurizio non ha partecipato all'incontro questa volta la recensione sulla serata la faccio io.

Esprimo subito un giudizio positivo sull'incontro: i due relatori erano preparati in materia visto il loro ruolo istituzionale e politico e, per una volta, non si è parlato di aria fritta. Il treno del federalismo fiscale è partito e con il progetto del federalismo Fiscale si metterà un secondo mattone, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione avvenuto nel 2001, verso la costruzione di uno stato più moderno. E’ stato sottolineato da entrambi i relatori che questa volta è molto più condiviso il tema della riforma dello Stato in senso federale rispetto a quanto non lo sia stato in passato e che, sul federalismo fiscale in particolare, anche parte del PD è sostanzialmente concorde con quanto proposto dal governo di centrodestra. Vedremo in Parlamento come andranno davvero le cose entro la fine dell’anno.
I tasselli indispensabili per avere davvero uno Stato riformato sono almeno tre: dare al livello amministrativo più basso (Comuni, Province e Regione) la responsabilità delle competenze che possono effettivamente gestire (la riforma approvata nel 2001: principio di sussidiarietà), dare agli enti (parziale) autonomia economica (la riforma proposta nel 2008 con il Federalismo Fiscale) e definire una volta per tutte chi fa cosa (Carta delle Autonomie) per evitare che tutti i livelli amministrativi si occupino di tutto. Credo che senza questo terzo tassello la riforma del federalismo fiscale non solo sarà incompleta e quindi inefficace, ma anche porterà probabilmente all’inefficienza del sistema.

Si è sfiorato anche il tema della Provincie e della loro utilità/inutilità: argomento che non mi appassiona dal punto di vista ideologico ma che sarebbe bello affrontare nel concreto analizzando provincia per provincia per vedere cosa fa e come lavora. A titolo di esempio Brescia riunisce oltre 200 comuni e 1'200'000 abitanti, Trieste 6 comuni e 230'000 abitanti, Matera 31 comuni e 200'000 abitanti. Parlare quindi di Province in senso astratto non ha senso, secondo me.

Ultimo tema proposto è stato quella dell’abolizione degli “enti inutili”, sottolineando quello che è il progetto di sopprimere le comunità montane. Caparini ha sottolineato come da camuno sia favorevole alla abolizione della comunità montana camuna, dimenticandosi di dire che ha presentato una proposta di legge per istituire la Provincia della Valle Camonica con sede a Breno. Peccato veniale, a mio avviso,questa dimenticanza proprio perché un ripensamento vero del ruolo di Regioni, Provincie e Comuni con una loro ridefinizione anche geografico-amministrativa è a mio avviso fondamentale. E’ fin troppo ovvio che Palazzo Broletto non potrà mai occuparsi in modo efficace ed efficiente allo stesso tempo delle esigenze di Temù, Acquafredda e Limone, ma anche Desenzano, Gardone Valtrompia e Montichiari e Palazzolo.

Pochi gli interventi da parte del pubblico se non altro per motivi di tempo. Tuttavia ho provato a chiedere un parere ai relatori circa l’istituzione di ulteriori strutture amministrative e/o funzionali oltre a Comuni, Provincie e Regioni. In particolare ho chiesto cosa ne pensassero della nostra Comunità del Garda e dell’Unione dei Comuni della Valtenesi.
Se sulla Comunità del Garda c’è stato un laconico silenzio dei relatori, silenzio che spiega più di tante parole, sull’Unione dei Comuni il Presidente Cavalli ha detto che, a condizione che non costino un euro in più ai cittadini e non necessitino di ulteriore personale, potrebbero essere una soluzione per gestire in modo consorziato alcuni servizi in carico ai Comuni.
Anche Caparini si è detto favorevole a forme di collaborazione fra i comuni per rendere ai cittadini quei sevizi che i comuni individualmente non possono gestire e quindi offrire.
In fondo quello che ho sentito è esattamente quello che penso, però qualcosa non mi torna. Cosa non mi torna cercherò di spiegarlo nel prossimo post.

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