mercoledì 22 ottobre 2008

Unione dei Comuni della Valtenesi

"L’Unione dei Comuni è la benvenuta se non costa un solo euro in più ai cittadini."
Ho cercato di sintetizzare la frase di Cavalli, Presidente della Provincia di Brescia, all’incontro che si è svolto ieri sera a San Felice del Benaco sul tema del Federalismo Fiscale.
Come dicevo nel post precedente la creazione dell’Unione dei Comuni della Valtenesi mi lascia molto perplesso, per usare un eufemismo.
Perché?
Parto dall’inizio: qual è la finalità di unire le proprie energie fra comuni? E’ quella di trovare economie di scala che permettano di gestire in modo migliore (più efficiente e più efficace) un certo numero di servizi ai cittadini e al territorio.
Su questo sono pienamente d’accordo; è una affermazione di buon senso che è difficile scardinare.
Serve davvero l’Unione dei Comuni per fare questo?
Assolutamente no, e porto alcuni esempi per spiegarmi e per essere concreto.
Il sistema bibliotecario è gestito in modo associato da anni. I comuni collaborano in una rete che copre tutta la provincia senza aver dato vita ad alcun struttura amministrativo/organizzativa diversa da quelle che avevano prima. Recentemente si è allargato il Sistema Bibliotecario della Valtenesi con l’ingresso accanto ai sei comuni dell’Unione, anche di Puegnago e Calvagese. Evidentemente si può collaborare e fare sistema fra comuni senza dover avere un consiglio nuovo (quello dell’Unione dei Comuni), senza un Presidente, senza Assessori.
Polizia Locale: ben prima dell’allargamento a sei dell’Unione dei Comuni la Polizia Locale veniva gestita in modo associato dei comuni. Cosa ha aggiunto l’essere nell’Unione dei Comuni.
Isola Ecologica, gestita e realizzata da GardaUno, è in consorzio con Salò e Puegnago
Catasto: la competenza è ora dei comuni che la gestiscono in forma consorziata senza dare origine a nessun nuove ente.
Metrologia Legale: la verifica metrologica degli strumenti è di competenza comunale e viene gestita in modo associato da più comuni , anche qui senza dare origine a nessuna Unione.
E così si potrebbe continuare.
Mi si dirà che grazie all'Unione dei Comuni abbiamo il Difensore Civico. Palle! Si poteva avere benissimo anche senza Unione dei Comuni. I servizi gestiti in forma associata si possono fare benissimo senza dover moltiplicare le poltrone a disposizione dei politici locali.
Al contrario non è vero che l’Unione di Comuni non costa nulla. Non è vero!
Ecco alcuni esempi: con deliberazione n. 15 del 29.06.2008 è stato sostituito il Revisore dei Conti per l’Unione dei Comuni a cui va un compenso annuo di 8240 Euro + IVA + contributi previdenziali.
Ma il bello è scoprire come nell’ultimo Consiglio Comunale di San Felice del Benaco (29.09.2008) sia stata deliberata una variazione di bilancio di 3.200 € che verranno trasferiti all’unione come quota in capo al nostro comune per finanziare una consulenza ad un professionista o ad una società che si occuperà di chiedere un finanziamento regionale a copertura dei costi di funzionamento dell’Unione dei Comuni.
Mi spiego meglio: io ente pubblico pago una consulenza ad un privato perché mi aiuti a chiedere soldi pubblici per far funzionare una cosa che non serve.
Usiamo soldi dei cittadini per chiedere soldi alla Regione per poter far funzionare l’Unione.
Ovviamente se la Regione finanzierà tutto questo il comune rientrerà anche della spesa sostenuta per pagare la consulenza.
Ma la Regione non siamo ancora noi? Le risorse della Regione non sono ancora risorse nostre?
Ma di queste cose quasi nessuno parla!

Bibliografia (linkeria) essenziale:
- Tutti gli atti amministrativi dell'Unione dei Comuni;
- Sulla storia dell'Unione dei Comuni: parte 1, parte 2 e parte 3