domenica 31 dicembre 2006

Buon 2007



Questa dovrebbe essere davvero la tastiera in dotazione ai cittadini di San Felice. Servirebbe davvero!

Pochi tasti, quelli che servono per riavviare il sistema!!!

Auguro a tutti un buon 2007 e che un RESET totale ci venga in soccorso.

Vi segnalo questa iniziativa di Grillo. Un calendario "speciale".
Il calendario 2007

Buon nuovo anno davvero!

mercoledì 6 dicembre 2006

Lupus et Agnus


Ad rivum eundem lupus et agnus venerant,
siti compulsi. Superior stabat lupus,
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgii causam intulit;
'Cur' inquit 'turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?' Laniger contra timens
'Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor'.
Repulsus ille veritatis viribus
'Ante hos sex menses male' ait 'dixisti mihi'.
Respondit agnus 'Equidem natus non eram'.
'Pater hercle tuus' ille inquit 'male dixit mihi';
atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula
qui fictis causis innocentes opprimunt.

lunedì 4 dicembre 2006

PARTENZA

Venerdì primo dicembre la sala dell'ex-Monte di pietà era piena di gente. Di ciò sono molto felice. Sulle cose concrete c'è chi si vuole mettere in gioco.

Il via è stato dato, ora "Cambieresti?" è davvero partito. Speriamo che alla fine San Felice sia (o diventi) davvero più felice!

lunedì 27 novembre 2006

CAMBIERESTI?

CAMBIERESTI?
San Felice più Felice
Cambieresti le tue abitudini per
risparmiare sulla bolletta del gas?
ridurre i costi dell’energia elettrica?
produrre meno rifiuti?
acquistare prodotti più sani?

VENERDI' 1 DICEMBRE 2006
Ore 20.45 Sala Ex Monte di Pietà
San Felice del Benaco (BS)

Il progetto SAN FELICE PIÙ FELICE si ispira al progetto CAMBIERESTI?, analoga iniziativa proposta dal Comune di Venezia nel 2005.Esso intende promuovere abitudini e comportamenti virtuosi nell’ambito di 5 temi principali:- i rifiuti- l’energia- il risparmio idrico- la mobilità- il consumoSi svolgerà nel 2007 e i partecipanti si porranno obiettivi da raggiungere scelti tra quelli elencati in copertina.Gli strumenti per raggiungere il traguardo finale saranno molteplici:- guide e schede informative- incontri con tecnici di settore- scambi di idee ed esperienze.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare e riceveranno gratuitamente la documentazione e le guide necessarie. SAN FELICE è il primo comune della Lombardia a lanciare un’iniziativa di questo tipo!
■ GESTIONE DEI RIFIUTI: imparare a ridurre i rifiuti, a riciclare i materiali, a riparare invece di sostituire un oggetto, a riutilizzare o scambiare i prodotti.
■ RISPARMIO ENERGETICO: conoscere metodi e tecniche per limitare i consumi di energia e favorire il diffondersi di fonti alternative.
■ RISPARMIO IDRICO: ridurre gli sprechi di acqua, adottando nuove abitudini e sfruttando qualche aiuto tecnologico.
■ MOBILITA’ SOSTENIBILE: promuovere un nuovo modo di spostarsi, anche nel tempo libero, privilegiando le due ruote o le nostre gambe!
■ CONSUMO CRITICO E RESPONSABILE: diffondere idee, iniziative e contatti che ci permettano di investire meglio il denaro speso per vivere.

mercoledì 22 novembre 2006

Ségolène

Il titolo è "Ségolène", il sottotitolo è "A San Felice si potranno mai fare le Primarie?".

Leggo e vi rimando al blog di Beppe Grillo segolene.html, ma quello che mi preme comunicare riguarda la capacità di cambiamento che altrove, in Europa, c'è e in Italia e a San Felice non c'è.
Sarà perchè vivo circondato da quattro donne, sarà perchè sto iniziando ad invecchiare, ma credo che il futuro sia sempre più rosa. Non sono così sprovveduto da pensare che da oggi a domani tutto cambierà, ma il futuro sarà donna. Lo sarà anche a San Felice.
C'è un solo piccolo se.
I vecchi dinosauri della politica (locale), prima di estingursi definitivamente, saranno così lungimiranti da mettersi in gioco, magari con una sorta di primarie?
Credo davvero che anche a San Felice ci siano molte persone positive, persone che, indipendentemente dalla loro età biologica, sono davvero persone giovani e fresche. Molte di queste sono donne.
Speriamo che davvero il futuro sia donna e non continui ad essere dinosauro.

Parco giochi - parte seconda

Anche oggi una seconda puntata.
Come a Report anche qui aggiorno su "come è andata a finire". Prima o poi arriveranno anche le GoodNews, l'importante è essere ottimisti.
Erano i primi giorni di marzo del 2006, quando credevo che davvero si potesse chiudere la vicenda dell'area verde fra via Benaco e via dei Pescatori dopo dieci anni. Credevo si potesse davvero realizzare un area verde per i bambini e i cittadini di San Felice.
Ero così convinto di questo che mi sono anche lasciato andare al sentimento proponendo di dedicare questa area ai Bimbi di Beslan.
Sono davvero un ingenuo, credevo che le parole di un Sindaco e di un Assesore fossero parole a cui si deve credere. Sono un ingenuo. E' passata un'altra primavera ed è passata un'altra estate. Del parco giochi non c'è traccia.
Passerà un altro inverno e arriverà un'altra primavera e, come per i bimbi di Beslan, passati troppo in fretta nel dimenticatoio, anche i bimbi di San Felice (molto più fortunati dei primi) vengono usati come merce di scambio per i giochi della politica.
Pensiamoci su davvero tutti.

martedì 21 novembre 2006

HiperLan - seconda puntata

Seconda puntata.

Tecnologicamente Hiperlan non ha nessun problema, funziona e funziona anche bene ..... quando funziona .

E' bene ricordare che la Banda Larga (= internet veloce, per semplificare) nel nostro comune non è un'iniziativa privata di un singolo gestore/investitore ma che si tratta di denaro pubblico speso dalla Provincia per dotare il territorio di una connettività alla rete adeguata alle esigenze dei cittadini.

Per caprine di più si può leggere qui !

In questi giorni ho visto alcune antenne Hiperlan su diversi edifici, sono in contatto con utenti e potenziali interessati. La situazione non è definita al 100%. La connessione zoppica, per usare un eufemismo.

Fino a pochi giorni fa la situazione era disatrosa. Oggi va un po' meglio. Staremo a vedere la terza puntata.

Per saperne di più, scivete alla Provincia, visto la la rete è dei cittadini bresciani, non del singolo gestore privato!

lunedì 20 novembre 2006

Valium

Ogni domenica sera, da bravo comunista mangiabambini, guardo su RaiTre (e dove se no?) prima Luciana Littizzetto a CheTempoCheFa e poi Report. Si tratta di due trasmissioni che mi obbligano ad usare la testa, a vedere il mondo con occhi diversi e in fondo a non sentirmi così solo, strano ed extraterrestre, cioè uno che vede cose che secondo molti non ci sono.
Come dice la Littizzetto ogni volta servirebbe un clistere di valium per reggere l'intera puntata, come quella di ieri dal titolo "Cara Politica".
Forse la compressa da 15 mg è troppa per SanFelice, ma quella giallina da 5 mg ci vuole tutta a vedere sempre le stesse cose anche nella politica locale.
Faccio un esempio, spero senza essere frainteso e senza nessuna cattiveria nei confronti di chi opera in buona fede.
Il tema della casa è IL PROBLEMA di San Felice. Non credo proprio che sia una peculiarità del nostro comune. Chi decide di "mettere su casa" ed ha uno stipendio da 800 Euro, perchè giovane e magari precario si sognerà qualsiasi casa nel nostro comune, ma anche nel resto d'Italia. Non è un problema solo nostro. E' un problema vero, ma non solo del nostro piccolo comune. Non vale comunque "mal comune mezzo gaudio".
Non credo che "regalare" a poche persone (perchè necessariamente sarà così) una casa a pochi soldi sarà una soluzione corretta del problema. Anzi sarà il contrario. Chi saranno i fortunati vincitori della lotteria "una casa per tutti" che si vuole organizzare? Gli amici di Tizio, i parenti di Caio, quelli che dovranno in futuro rendere un favore a Sempronio?
Sono davvero stufo di essere governato ed amministrato da chi specula sui bisogni della gente. Da chi ci specula politicamente ed economicamente. E' ora di dire davvero basta, E' ora di cambiare...

anzi no... datemi la mia compressa di valium quotidiana!

lunedì 9 ottobre 2006

Teli verdi


Qualcuno si ricorda ancora dei famosi teli verdi? Poche mesi fa il nostro paese ne era pieno. Dopo molta fatica (di tanti) è stata emessa un'ordinanza che ne limitava l'uso, almeno sulle recinzioni verso aree pubbliche come le strade. (leggi qui - oppure qui)


Ora dopo alcuni mesi, fra l'ironia di alcuni e l'incredulità di altri una buona parte (non tutta!!!!) di quei teli verdi è sparita.


Con poca fatica da parte dei cittadini il paesaggio del nostro comune è MOLTO più bello.

Provate a ripassare sulla ciclabile, oggetto della foto che ho riportato e riguardatela, non è un po' più gradevole????

lunedì 11 settembre 2006

Hiperlan ... ci siamo!!!


Ci siamo!!!! Finalmente.

Sto scrivendo questo post da casa mia, da Portese.
Sono connesso ad internete con connessione HIPERLAN a 4 Mbit/s. Non ci posso credere.

Meglio dell'ADSL tanto attesa e mai arrivata.

Sono davvero contento per me e, soprattutto, per tutti quelli che si sono dati da fare per avere la banda larga (internet veloce) anche a San Felice.

Una sola curiosità, alla fine del 2006 quanti di quelli che hanno firmato petizioni e richieste si saranno davvero abbonati a questo servizio che davvero funziona!

Boh.... staremo a vedere

martedì 25 luglio 2006

Chiuso per Ferie

Non vado in vacanza al mare... resto al lago, ma non ho più voglia di scrivere nulla di nulla.

Sono in ferie. Penso e sto "CHIUSO PER FERIE"

lunedì 15 maggio 2006

ANAS insegna ... altri imitano

Oggi, 5 giugno 2006, dovrebbero (il condizionale è d'obbliogo) iniziare il lavori di asfaltatura del tratto di strada statale (45 bis) interessati da parecchi mesi dal limite di velocità di 30 km/h.
Limite anacronistico su una strada statale. La principale via di comunicazione fra il medio Garda, la Vallesabbia e Brescia. Così era l'opinione dell'Assessore ai Lavori Pubblici della Provinca.
Il limite era dovuto al fatto che il fondo stradale fosse pericoloso se la strada fosse stata percorsa ai "normali" 90 km/h. Bastava asfaltare, ma non c'erano i soldi e dunque si è aspettato.
Torniamo a San Felice. San Felice non ha strade di competenza di altri enti. L'unico tratto di strada Provinciale (quello da Cunettone a Manerba) è stato saggiamente (???) "acquisito" dalla Provincia in modo da essere certi che qualunque opera e qualunque costo di manutenzione sia a carico dei cittadini di San Felice. Ottima scelta di lungimiranza!
Se poi su quella strada, in territorio comunale di Salò, ci sono buche da chiudere e tratti di asfalto da rifare, chi se ne frega. La Provincia piazza un bel cartello di limite di 30 km/h ed ogni problema è risolto. ANAS insegna, con un bel cartello si risolve ogni problema.
Se poi la nostra polizia municipale si mettesse dopo la curva a multare ogni veicolo che transita lungo la ex-provinciale ad una velocità superiore a 35 km/h, anche i bilanci comunali saranno risollevati. Meno risollevate saranno invece le tasche dei cittadini.

mercoledì 3 maggio 2006

Abusivismo di necessità e di condono (???)

Fra BLOG si usa riportare ciò che si legge in rete. Riporto quanto oggi appare sul Blog di Beppe Grillo perchè tratta di un tema tanto importante quanto sottovalutato dal sentire comune.

A Ischia una famiglia è rimasta sepolta dal crollo di una casa costruita abusivamente e in attesa di condono.La casa era contigua alla zona detta “R4” (definizione che segnala le aree ad alto rischio per le popolazioni). Il sindaco locale davanti alla contestazione dell'abusivismo, lo ha definito “abusivismo di necessità”. Dall’alto Ischia sembra una periferia urbana. Ma chi l’ha ridotta così e chi consente questo stato di cose in tutt’Italia? I sindaci che chiudono gli occhi, i condoni che umiliano i cittadini onesti? Una risposta può venire da questa lettera che ho ricevuto da un cittadino campano.

“Salve Sig. Grillo,forse ciò che le sto scrivendo non è di interesse comune, ma lo faccio per pur mio sfogo e testimonianza di quello che sono le regole nel nostro Paese.Veda, nel 1997 sono stato spinto e incoraggiato da un costruttore ”Amico”, ad edificare, nel terreno di proprietà di mio nonno alle falde del Vesuvio, un palazzotto per me e mio cognato (trattasi di due appartamenti, pian terreno e un piano con garage e terrazzo), con i risparmi accumulati da me e consorte in dieci anni di un felice e ancor duraturo matrimonio.
Eravamo consapevoli del reato che stavamo commettendo, ma ancor più consapevoli di quello che vedevamo e sentivamo dire dal nostro consulente legale e dalle varie notizie che circolavano in quel territorio, cioè, frasi come “..tanto non potranno mai abbattere un edificio con bambini e persone che vi abitano, non è mai successo…” e ancora ”..vedi quante altre case vi sono nella zona è sono tutte abusive…”, oppure ”.. al massimo te la cavi con qualche verbale da pagare …”, l’ultima è stata “.. tanto fra un po’ esce il condono..”(condono voluto da Berlusconi nel mese di settembre, che sfiga).
La palazzina l’abbiamo occupata nel Gennaio del 1998, non ancora ultimata, in quella casa vi è nato il mio secondo bambino, una casa molto modesta 75 mq, non una villa.
Abbiamo trascorso 5 anni della nostra vita, interrotti il 3 Aprile del 2003 (giorno del nostro Anniversario di Matrimonio) da un Magistrato che bussa alla nostra porta e ci comunica che dobbiamo evacuare il fabbricato entro la mattina seguente perché dovevano procedere all’abbattimento dello stesso.Contattato il nostro legale, non abbiamo avuto nessuna risposta positiva, anzi ci ha consigliato di non opporre resistenza altrimenti saremmo stati anche denunciati.
Ho dovuto svuotare l’appartamento in fretta e furia, aiutato dai miei amici e dai familiari, per salvare il possibile.
E' la prima volta che ho raccontato bugie ai miei bambini, per non fargli capire ciò che stesse succedendo, ma ancora ad oggi mi chiedono perché abbiamo lasciato la nostra casa, e io non so cosa dire, forse continuerò a mentire fin quando saranno abbastanza grandi da capire.Ho visto demolire ciò che ho costruito con i miei sacrifici, senza oppormi.So di essere nel torto, ho infranto le regole di questa società ed è giusto che paghi, ma ….La legge non e uguale per tutti????
È una domanda che rivolgo a me stesso ogni volta che vedo nel mio territorio case che nascono, le vedi spuntare all’improvviso, non vi dico dopo il condono sono triplicate, se è un territorio vincolato perché non vanno giù come la mia?? Io non voglio il male di nessuno, anzi quello che io ho subito non lo auguro a nessuno nemmeno al mio peggior nemico, ma se esistono delle regole devono essere fatte rispettare da tutti.
Questa è una società per i forti, i deboli vengono schiacciati, ed io mi sento un debole e spero che i miei figli avranno un futuro migliore.Ora cerco di guardare avanti e lasciarmi tutto dietro, ho due bambini da crescere, meglio esser sereni per ricominciare a vivere.
Mi scuso per aver scelto lei, e averle fatto perdere del tempo nel leggere questa mia lettera di sfogo, ma ritengo che lei è una persona molto sincera e schietta nel dire ciò che pensa e ciò che pensano tutte le persone che seguono questo Blog, e spero che qualche politico si svegli e faccia delle buone cose per questo Paese che permetterà ai nostri figli un futuro migliore.
Saluti.” P.

venerdì 28 aprile 2006

La Disney cambia, l'Italia no

Oggi è venerdì 28 aprile 2006. Sono le 11:40. Non so come andrà a finire al Senato. Non sono preoccupato perché ormai poco di questa nostra Italia mi sorprende.
Donald Fauntleroy Duck, (ribattezzato in Italia con il nome di Paperino), personaggio ideato da Walt Disney nasce nel 1934. Oggi ha circa 72 anni ma non li dimostra. Eppure anche la Disney ha saputo proporre un cambio generazionale ai suoi personaggi. Chi è "vittima" di DisneyChannel, come il sottoscritto sa bene che il panorama dei personaggi proposti dal network multinazionale è ampio, variegato e molto rinnovato.

La nostra realtà non lo è. Ci propongono Presidente del Senato un personaggio che ha fatto la storia dell’Italia, dall’Assemblea Costituente alla seconda Repubblica, ma che, io come molti altri, speravamo avesse già dato il suo meglio in oltre 60 anni di carriera politica.
Una ventata di novità non sarebbe male, ma così non pare. Non che Marini sia un nome nuovo, ci mancherebbe, ma pare che al peggio non ci sia limite.
Ora in questo blog dovrei parlare di San Felice e così vorrei fare lanciando alcuni spunti di riflessione. Chi segue un poco le vicende della nostra soleggiata cittadina si sarà accorto che anche da noi i nomi che girano sono sempre gli stessi da una trentina d’anni. Guarda caso si pesca, per trovare i nomi, dallo stesso cesto in cui si pesca per i candidati al Senato. Nulla di nuovo sotto il sole.
Solo in Italia le cose restano immutabili e perenni. Andreotti era nell’immaginario collettivo degli anni '70 ed '80 l’immagine del politico che, dopo qualsiasi evento, era sempre al suo posto, sulla sua poltrona di turno. Non voglio con questo aprire dibattiti sul suo operato o sulle sue indubbie capacità politiche, ma credo che chiunque, dopo aver dato per vent’anni il meglio di se, sia in dovere di farsi da parte.
Non credo che nessuno abbia doti tali da essere insostituibile in qualsiasi comunità.

Se guardiamo all’estero tutti gli uomini politici dei paesi civili, dopo aver dato il loro contributo per la comunità, si fanno da parte. Dagli USA alla Germania, dall’Inghilterra alla Spagna. Solo da noi, dalla Repubblica all’ultimo dei comuni, i nomi che girano sono sempre e soltanto gli stessi.

giovedì 13 aprile 2006

Ghedi. Così lontano, così vicino

Leggo dal Blog di Beppe Grillo e riporto (usabomber).
La notizia non è nuova, ma abitando a 20 km da Ghedi sono davero perplesso e preoccupato.
Non si tratta di essere anti-USA, anti-NATO. Si tratta di riflettere su cosa una bomba è, rappresenta, vuol dire.
Ci scandaliziamo della rincorsa al nucleare dell'IRAN, ma nessuno ci ha detto di come stanno le cose a casa nostra.
Quando si trattava di installare a Comiso glie euromissili l'Italia insorse. Io avevo pochi anni, ma mi ricordo. E ora nessuno dice nulla???
C'è da riflettere, molto da riflettere. Infondo Ghedi è così lontano da San Felice?

1 Marzo 2005

USABomber

In Italia secondo il Rapporto www.nrdc.org/nuclear/euro/euro.pdf
ci sono 90 ordigni nucleari statunitensi B 61 nelle basi di Ghedi Torre - Brescia (40) e di Aviano- Pordenone (50). Tutto visibile dalle foto. (vd. il Blog di Grillo per completezza)

Discutiamo del Pm10 e delle centrali nucleari e ci teniamo le bombe nucleari in casa.
Invece di fare le targhe alterne facciamo le bombe alterne, i giorni pari se
le tengono loro e i giorni dispari se le tiene Bush.

martedì 4 aprile 2006

Metà è la meta

Ieri sera ho partecipato all’incontro organizzato dall’Associazione La Fonte (www.associazionelafonte.com) sul tema della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Ottimo l’intervento del relatore, geom. Pedercini di GardaUno. Una serata piacevole, molto più interessante del duello TV del secolo.

Eppure qualcosa non mi torna.
La riunione è nata in modo bizzarro, a San Felice dal 2005 non c’è un vero e proprio problema rifiuti, forse c’era prima ma nessuno se ne era mai preoccupato. Il decreto Ronchi ha imposto di portare la quota di rifiuti differenziati al 35% entro il marzo 2003. A dicembre 2004 il nostro comune (in buona compagnia con altre realtà bresciane) era arrivato al 22%. Nessuno se ne era mai preoccupato, tanto meno l’opposizione così sensibile ai temi ambientali e non estranea al tema della gestione dei rifiuti (leggi GardaUno).
I rifiuti, gestiti male male in passato, non sono mai stati un problema, anzi!

Poi casualmente si scopre che il Penny Market di Manerba vende i sacchetti per la raccolta differenziata, ciascuno con il suo colore, si scopre che in altre realtà italiane si raccolgono i sacchetti della spazzatura porta a porta. Ecco che la questione rifiuti diviene urgente, interessante, appetibile. Una bella vetrina per esporsi.

Nessuno si è scomodato di vedere cosa nel frattempo si è fatto a San Felice.
Senza promuovere la vendita di sacchetti colorati, senza cambiare le abitudini dei cittadini, si è passati dal 22% di raccolta differenziata al 34%. Tutto in soli 12 mesi, semplicemente studiando (che brutta parola!!!) una più razionale distribuzione dei cassonetti e introducendo gli ecobox per la raccolta del vegetale.

Senza fatica per i cittadini per la prima volta dal 1998 sono diminuiti in modo sensibile i rifiuti indifferenziati (-7.7%) ed è aumentata la raccolta differenziata (+66%).
E’ una sorpresa? Assolutamente no, bastava leggere il notiziario comunale (numero di marzo-aprile 2005) per “scoprire” come sarebbe cambiata la raccolta dei rifiuti. Capisco che la lettura di quelle poche paginette non sia particolarmente stimolante, ma se uno “tiene al proprio paese” un piccolo sforzo può anche farlo.

Siamo arrivati al capolinea, tutto è OK?
Assolutamente no. C’è ancora molta da fare: la raccolta del materiale organico, la diffusione dei composter domestici (già presenti in oltre 80 comuni della nostra provincia), aumentare la percentuale della raccolta differenziata, soprattutto dei metalli difficilmente reperibili in natura come l’alluminio, tanto per iniziare.

Lo slogan del comune di Brescia di qualche anno fa in tema di raccolta differenziata era “metà e la meta”. Credo che lo stesso valga anche per noi.

Se poi non credete ai dati ufficiali, a quanto scritto nel report annuale dell’osservatorio Provinciale, a quanto si può trovare navigando in internet, non volete fare la fatica di farvi una opinione vostra, autonoma, indipendente, ragionata, beh allora affidatevi alla buona e sana disinformazione della voce di san felice
(http://www.lavocedisanfelice.com/) in tema di gestione dei rifiuti.

lunedì 13 marzo 2006

Scherzi di Carnevale

Poche settimane fa sul sito della minoranza è comparso un buffo sondaggio. Oggetto del sondaggio "stile striscia la Notizia" (???) riguardava "la vicesindaco" come la minoranza ama chiamare Michela Tiboni, mia moglie.
Dopo pochi giorni e molti voti (i miei 23!!!) il sondaggio è sparito dal sito (leggi su Rosso di Sera). Si trattava di uno scherzo di carnevale, così afferma la redazione de "la voce di San Felice". Stano scherzo, ma soprattutto, a mio avviso, di pessimo gusto.
Scherzare sul "marito cattivo" che obbliga la moglie a candidarsi, sulla depressione (malattia seria su cui è bene non fare ironia inutile), sulla noia e sull’amore, francamente mi pare davvero troppo anche se la scuola è quella di Antonio Ricci.
Quello che credo io è che si tratti di puerile atteggiamento tipico di chi lancia il sasso e nasconde la mano. Sono parte in causa in questa vicenda (ho vinto io il sondaggio!!!) e quindi non posso essere obiettivo. Lascio a chi legge ogni commento.


(se siete curiosi di vedere i risultati di questo entusiasmante sondaggio, cliccate qui)

mercoledì 8 marzo 2006

8 marzo

Il problema delle quote rosa a San Felice, per fortuna, non esiste. Ci sono in consiglio comunale 5 donne su 13 componenti, due assessori donne su cinque persone in giunta.
Donne con ruoli importanti sia in maggioranza che in minoranza.
Di ciò sono davvero contento, forse perché avendo tre figlie vedo il futuro sempre più rosa e meno azzurro, o forse perché vivo accanto ad una donna capace, che credo faccia onore alla categoria delle donne.
Auguro dunque a tutte le donne un buon 8 marzo, sperando che possano dimostrare le loro capacità ogni giorno di più nella nostra società.

lunedì 6 marzo 2006

Il mondo migliore si fa casa per casa

Con un articolo apparso su "Internazionale" n. 462, Naomi Klein pone, con la consueta gentilezza, un problema oggi centrale per quello che lei chiama il "movimento dei movimenti": quale tipo di strategia adottare? Puntare sulle grandi campagne di opinione o sulle lotte locali intorno a immediate questioni concrete? È sotto gli occhi di tutti che stiamo vivendo un'ondata di piena della follia guerrafondaia e del trionfo morale dei furbi. In tutto il mondo la linea della violenza e della difesa a oltranza dei privilegi sta raccogliendo grandi successi. E il popolo statunitense ha tristemente consegnato a Bush un mandato in bianco per mettere a ferro e fuoco il mondo. Evidentemente non si rendono conto che stanno gettando benzina sul fuoco. In Italia, crocevia degli intrighi internazionali tra mafia e mal affare, assistiamo a un immane banchetto delle leggi essenziali che garantiscono la legalità. L'approvazione della legge Cirami è un'umiliazione della democrazia.
Tutto questo è esaltato con un'enorme strombazzare dei mass media che esercitano un livello di autocensura veramente efficiente. Ad esempio in Russia un unico settimanale, "Versija", ha tentato di pubblicare che i morti del teatro di Mosca sarebbero stati oltre trecento, ma la polizia ha bloccato le rotative e sequestrato i computer della redazione. La notizia è stata pubblicata dall'autorevole "Newsweek"ma è passata quasi sotto silenzio su tutti gli altri media mondiali. Si tratta di un segnale molto preoccupante sulla capacità di esercitare realmente la libertà di stampa. Di fronte a questa perdita di valori e di diritti, di fronte a questo inasprirsi dei massacri, non possiamo solo stare lì a guardare testimoniando il nostro dissenso. In questa situazione di grave emergenza ognuno deve chiedersi: "Il mio impegno ottiene dei risultati? Riesce a limitare l'orrore? Apre nuove opportunità?". In questa situazione di grave emergenza dire la cosa giusta non basta, dobbiamo fare appello a tutte le nostre forze e riuscire tutti insieme a ottenere dei risultati.
Naomi Klein sostiene che oggi il movimento si trova in una posizione di debolezza anche perché non ha fatto ancora una scelta chiara sulla filosofia che l'azione deve seguire.
Nel movimento ci sono due tipologie di organizzazioni molto diverse anche dal punto di vista strutturale. Da una parte i grandi movimenti nazionali, che in qualche modo assomigliano ai partiti, puntano principalmente su rivendicazioni planetarie, come la Tobin Tax, obiettivi a lungo termine intorno ai quali creare eventi mediatici, manifestazioni internazionali, radunare grandi masse di persone, ottenendo così l'attenzione dei media e dei potenti. Ma concentrandosi su queste iniziative centralizzate, osserva Naomi K1ein, si sottraggono enormi risorse di tempo, denaro ed energie alle altre iniziative. Bisogna affittare gli autobus, stampare manifesti, organizzare servizi d'ordine. E l'organizzazione continua di questi eventi entra in contraddizione con le esigenze dell'altra anima del movimento costituita da piccoli gruppi di base locali, nati intorno a esigenze concrete e immediate. Non si tratta di gruppi di opinione, ma di persone che cambiano la loro vita e il loro modo di pensare a causa di un obbiettivo preciso e circoscritto che si sono dati.
Naomi Klein parla di "sindacalismo sociale" per definire le migliaia di piccole azioni locali, le lotte per difendere un pezzo di natura o opporsi alla privatizzazione dell'acqua di una regione, le occupazioni di terre dei contadini poveri oppure le cooperative di inventori di campagna che sviluppano tecnologie ecocompatibili a basso costo, gruppi d'acquisto, banche del tempo. Questo movimento che si basa su azioni all'apparenza minimaliste ha però avuto la capacità di connettersi formando reti formidabili che sono la somma di microsituazioni. Il microcredito ha prestato denaro a trentun milioni di poverissimi, per lo più donne. Ma l'iniziativa del microcredito a livello mondiale è minima, tutte le risorse vengono utilizzate casa per casa.
Il successo è dare una soluzione concreta ai problemi di quella singola donna. E anche se poi le donne sono venti milioni, sono considerate personalmente, con nome e cognome. E lo stesso vale per il commercio equo e solidale: migliaia di piccoli gruppi di produttori si sono consociati nel terzo mondo, ma sono sempre la somma di piccole realtà locali quei dieci lavoratori di quel villaggio più quei sette dell'altro . E ugualmente dall'altra parte troviamo ancora quel piccolo gruppo di boyscout, in quel paesino, che organizza un banchetto di prodotti del Sud del mondo alla festa patronale. E poi negli anni queste realtà crescono, il banchetto diventa un negozio e chi lo frequenta, già che c'è, inizia anche a praticare gli acquisti consociati, la banca del tempo... Ed è da queste interazioni minime che poi nascono anche esperienze strabilianti. Ad esempio oggi, grazie a internet, gli allevatori mongoli scambiano ricette per guarire rari disturbi dei cavalli con i nativi americani del Canada con il supporto di alcuni veterinari australiani. Questi piccoli gruppi locali si trovano all'origine di alcune azioni che sono diventate di rilevanza internazionale grazie alla capacità di queste microassociazioni di fare rete. È il caso dei gruppi di pressione di consumatori e risparmiatori che hanno vinto moltissime battaglie mettendo con le spalle al muro le imprese con la minaccia del boicottaggio degli acquisti o di investire altrove i propri risparmi.
Ad esempio in Inghilterra un gruppo di pensionati, nato spontaneamente, è riuscito a connettere migliaia di risparmiatori e ha costretto la Glaxo a ridurre il prezzo delle medicine salvavita in Africa. Hanno impiegato parecchio tempo e fatica a mettere insieme risparmiatori in possesso complessivamente di mille miliardi di lire. Poi è stato sufficiente fare una sola telefonata ai gestori dei loro fondi di investimento. Hanno detto: "Non vogliamo più avere azioni Glaxo nei nostri fondi pensione. Abbandoneremo tutti il vostro fondo". Dopo
soli sette giorni la Glaxo ha fatto crollare i prezzi delle medicine in' Africa.
In Argentina questo stile di iniziativa politica diretta ha dato vita a esperienze straordinarie proprio nel momento di massima crisi economica, con ospedali e fabbriche autogestite e una mobilitazione di massa di milioni di persone che sono riuscite a far cadere cinque governi uno dopo l'altro e a sopravvivere creando enormi mercati del baratto dove scambiare cibo e vestiti con servizi di ogni tipo, dal parrucchiere al sarto, al calzolaio, alla lavandaia, all'avvocato.
Il movimento dovrà scegliere in che direzione andare: i gruppi locali devono dedicare la maggior parte delle energie a sostenere le organizzazioni nazionali o è meglio che sia il contrario? Vogliamo un movimento di opinione intorno ai grandi temi o vogliamo arrivare ai grandi temi attraverso reti di gruppi locali che agiscono su problemi particolari e concreti occupandosi delle persone individualmente? È chiaro che nessuna delle due impostazioni esclude l'altra, ma dobbiamo decidere quale è prioritaria. E noi crediamo che si debba scegliere l'azione che parte dal piccolo e dall'immediato, dal personale. Anche perché questa via apre una straordinaria sequenza di modificazioni culturali. Chi agisce localmente si sente coinvolto in prima persona, non si limita a protestare, ma sperimenta la possibilità di mettere insieme le risorse, di verificare la propria capacità individuale e di farla crescere, vede nella pratica che è vero che la solidarietà e la collaborazione possono fare miracoli e cambiare il mondo.
La Tobin Tax è giustissima, ma quanti anni ci vorranno per ottenerla? Forse faccio prima a convincere il mio condominio a risparmiare trentamila euro all'anno di riscaldamento (e di inquinamento) isolando il sottotetto! La lotta alla corruzione è giusta, ma quando otterremo la fine dell'era delle mazzette? Forse faccio prima a controllare il bilancio della scuola di mia figlia, della circoscrizione, dei lavori sulla strada che passa sotto casa mia. Lì, se mi do da fare, posso veramente impedire che facciano i furbi. Ognuno, nel suo condominio, è più potente di Berlusconi. Certo è più difficile e faticoso, si fanno errori e si sbatte la testa contro i propri limiti, ma certamente è appassionante. E questa collaborazione fa crescere la voglia di stare con gli altri, di far festa, di vivere i rapporti umani e di lavoro in modo diverso.
Perché, alla fin fine, abbiamo bisogno che il nostro sogno di pace entri nella nostra vita quotidiana e la migliori qualitativamente.
Lottiamo per un mondo migliore casa per casa. È sempre la cultura la questione centrale. Ognuno ha i governanti che si merita, bisogna cambiare la cultura di milioni di persone rimbambite dalla televisione. Non ti ascolta nessuno se gli parli di Tobin Tax. Forse ti danno retta se gli parli di qualche cosa che hanno davanti, di quel che mangiano, di quel singolo bruciatore che hanno sotto il naso e che li inquina. Serve ripartire dalla gente: è l'unico modo per far capire alla maggioranza delle persone che se si prende direttamente l'iniziativa si è capaci di migliorare il mondo. In fondo si tratta di spiegare una cosa molto semplice: la gente che ama la gente è meglio della gente che ama i soldi della gente.
di DARIO FO, FRANCA RAME, JACOPO FO
Tratto da "Caro Sindaco New Global" di Marco Boschini

venerdì 3 marzo 2006

Un parco giochi dedicato ai bimbi di Beslan

E’ passato un po’ di tempo e come sempre la nostra memoria ci porta a dimenticare. Era il settembre del 2004 quando a Beslan la stupidità degli adulti non ha avuto nessuna compassione nemmeno dell’innocenza dei bambini.
Ricordo che quel pomeriggio ero all’inaugurazione dell’asilo nido di Portese. Era un giorno di festa per i bambini e le famiglie del nostro comune. Iniziava anche a San Felice una nuova opportunità per tutte quelle persone che non volevano rinunciare a diventare genitori e non potevano rinunciare al lavoro. Un giorno di festa per noi, una tragedia a Beslan. Centinaia di bimbi morti nel loro primo giorno di scuola.
Nel breve discorso di inaugurazione dell’asilo, l’assessore ci ricordò di accendere una candela ad ogni finestra quella sera. Quella sera nella mia via erano tantissime le candele alle finestre delle case. Nella mia strada abitano tantissimi bambini. Nella stessa strada si dovrebbe realizzare un parco giochi su un area destinata a quello scopo da sempre. Un parco giochi atteso da dieci anni. Un parco giochi che molti bambini, ora ragazzi, non hanno avuto modo di godere, ma che molti altri potranno finalmente utilizzare.

Il mio desiderio, che si traduce in richiesta, è quello di dedicare il parco di via Benaco, una zona di verde attrezzato per i grandi e i piccini, al ricordi dei bimbi di Beslan in modo che resti traccia nella nostra memoria ed in quella dei nostri figli di quanta crudeltà gli adulti siano capaci verso i bambini ed in modo che, almeno per una volta, di fronte all’interesse dei bambini, gli adulti siano capaci di far sopire i propri interessi.
Un parco giochi dedicato ai bimbi di Beslan!

venerdì 10 febbraio 2006

per cominciare

E' difficile iniziare qualsiasi cosa, immaginiamoci iniziare un diario come un blog. Maggiormente è iniziare un diario/blog con un titolo così pretenzioso.

Ci provo lo stesso e, come premessa, prima cosa del mio blog, mi presento, prima che altri lo facciano per me.

Mi chiamo David, ho 37 anni e vivo a San Felice sul lago di Garda dal gennaio 1997.
Sono salodiano, cioè ho vissuto i miei primi 29 anni a 4 km da Portese, non così lontano.

Ho tre fantastiche bimbe che mi allietano e movimentano la vita.

Sono sposato con Michela ed insieme a lei ho condiviso e continuo a condividere tutte le cose più importanti della mia vita.
Da qualche anno Michela è assessore all'urbanistica a San Felice, tuttavia questo non credo possa pregiudicare in qualsiasi modo il mio impegno civile verso la comunità in cui vivo.

Il titolo è molto pretenzioso, L'altra San Felice. Vorrei raccontare e dare voce ad un'altra San Felice che esiste e che non ama conformarsi a certi modi di ragionare.

Quello che leggerete nel mio blog è semplicemente la mia opinione, nulla più. Non è verità assoluta, ci mancherebbe!

Ogni idea ed ogni opinione è benvenuta in questo spazio. Spero che laltrasanfelice diventi un posto dove le idee e le opinioni trovino spazio.

domenica 1 gennaio 2006

Chi sono

Mi chiamo David Vetturi.
Sono nato a Salò il 30 marzo 1968.

Sono sposato con Michela e ho tre figlie, Alice, Elena e Silvia. Vivo a Portese dal gennaio 1997.

Sono laureato in Ingegneria Meccanica e Dottore di Ricerca in Meccanica Applicata.


Sono stato Ricercatore Universitario dal 1996 al 2005 presso la Facoltà di Ingegneria di Brescia.


Dal marzo 2005 sono Professore Associato di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell'Università degli Studi di Brescia.

Per una presentazione meno formale provate a leggere qui.