L'energia che si può produrre con un impianto fotovoltaico rientra a pieno titolo fra le energie rinnovabili che forse ci permetteranno di mantenere lo stile di vita a cui siamo abituati senza distruggere in modo irreversibile il nostro pianeta.
Un impianto fotovoltaico ci mette circa 4 anni a ripagarsi in termini di energia (cioè a produrre l'energia cha ha richiesto per la sua costruzione) mentre ce ne mette circa 7/8 in termini economici grazie al cosidetto "Conto Energia".
Dal punto di vsita economico risulta ottimale realizzare un impianto di circa 20 kW che però costa circa 120 mila Euro.
Per questo motivo in provincia di Cuneo un gruppo di persone ha deciso di realizzare un impianto fotovoltaico collettivo, chiedendo a ciascuno, di sottoscrivere una quota di 500 Euro. Il motto è sempre quello, l'unione fa la forza.
Riporto qui sotto la descrizione del loro progetto che si può trovare a questo indirizzo:
Questo progetto nasce dalla consapevolezza che nel nostro Paese le tecnologie alternative stentano a diffondersi (fotovoltaico: 30 MW installati contro i 1200 della Germania). Una delle cose quindi che possiamo fare DA SUBITO, è aggregarci per creare piccole centrali.
Il primo impianto sorgerà nella coop CORIM, che si occupa di riciclaggio. La modalità di partecipazione è la seguente: bisogna diventare soci sovventori della cooperativa, versare la quota che si intende impegnare nel progetto, e da lì in avanti questa viene rivalutata annualmente. Nel caso dell’impianto fotovoltaico l’ammortamento si spalma su 20 anni e annualmente gli introiti del conto energia saranno utilizzati a rivalutare il capitale degli investitori, detratti gli ammortamenti. In base alla spesa prevista valutando i preventivi, indicativamente 105.000 euro, abbiamo fatto un conto economico dal quale risulta che l’investimento è così caratterizzato: il capitale investito da ognuno si rivaluta annualmente del 5% annuo garantito, ed alla fine dei 20 anni, si riprende il capitale inizialmente versato (oltre a tutte le rivalutazioni che ogni anno sono state riconosciute). Conseguentemente al nostro ingresso come Soci Sovventori la cooperativa (con un verbale dell’assemblea dei soci) finalizza e destina il nostro investimento al progetto dell’impianto fotovoltaico, il capitale raccolto pertanto viene utilizzato esclusivamente per questo scopo. Cosa succede nell’improbabile eventualità che un domani la Corim dovesse chiudere? I soci vengono liquidati con il valore residuo dell’impianto che verrà messo in ammortamento su 20 anni (per es. tra dieci anni avrà la metà del valore di oggi). In caso di liquidazione il socio sovventore ha priorità rispetto agli altri soci, in ogni caso la Cooperativa è una società a responsabilità limitata quindi ognuno di noi nella peggiore delle ipotesi rischia al massimo il capitale investito. Corim assicura l’impianto contro danni non garantiti dal produttore (eventi atmosferici ecc) Nel caso in cui non si raggiungesse la cifra totale la Corim può partecipare al progetto integrandola con fondi propri. Se un socio vuole recedere il tempo di preavviso va da un minimo 11 mesi fino a 19 mesi, questo per motivi burocratici; in ogni caso l’assemblea (nel verbale di finalizzazione del capitale dei soci sovventori) evidenzierà l’obbligo a mantenere l’investimento per un minimo di tre anni.
Il primo impianto sorgerà nella coop CORIM, che si occupa di riciclaggio. La modalità di partecipazione è la seguente: bisogna diventare soci sovventori della cooperativa, versare la quota che si intende impegnare nel progetto, e da lì in avanti questa viene rivalutata annualmente. Nel caso dell’impianto fotovoltaico l’ammortamento si spalma su 20 anni e annualmente gli introiti del conto energia saranno utilizzati a rivalutare il capitale degli investitori, detratti gli ammortamenti. In base alla spesa prevista valutando i preventivi, indicativamente 105.000 euro, abbiamo fatto un conto economico dal quale risulta che l’investimento è così caratterizzato: il capitale investito da ognuno si rivaluta annualmente del 5% annuo garantito, ed alla fine dei 20 anni, si riprende il capitale inizialmente versato (oltre a tutte le rivalutazioni che ogni anno sono state riconosciute). Conseguentemente al nostro ingresso come Soci Sovventori la cooperativa (con un verbale dell’assemblea dei soci) finalizza e destina il nostro investimento al progetto dell’impianto fotovoltaico, il capitale raccolto pertanto viene utilizzato esclusivamente per questo scopo. Cosa succede nell’improbabile eventualità che un domani la Corim dovesse chiudere? I soci vengono liquidati con il valore residuo dell’impianto che verrà messo in ammortamento su 20 anni (per es. tra dieci anni avrà la metà del valore di oggi). In caso di liquidazione il socio sovventore ha priorità rispetto agli altri soci, in ogni caso la Cooperativa è una società a responsabilità limitata quindi ognuno di noi nella peggiore delle ipotesi rischia al massimo il capitale investito. Corim assicura l’impianto contro danni non garantiti dal produttore (eventi atmosferici ecc) Nel caso in cui non si raggiungesse la cifra totale la Corim può partecipare al progetto integrandola con fondi propri. Se un socio vuole recedere il tempo di preavviso va da un minimo 11 mesi fino a 19 mesi, questo per motivi burocratici; in ogni caso l’assemblea (nel verbale di finalizzazione del capitale dei soci sovventori) evidenzierà l’obbligo a mantenere l’investimento per un minimo di tre anni.
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