lunedì 1 ottobre 2007

Siamo scemi, illusi, complici della casta?

La mia storia personale e familiare non ha nulla di tragico come invece quella del Prof. Bachelet, tuttavia in 39 anni ho avuto molti momenti di amarezza e sconforto che mi hanno un po' segnato.
Da bambino sono cresciuto in una famiglia dove l'impegno sociale (più ancora che politico) di mio padre mi ha davvero insegnato che se si è onesti e seri si ha vita dura (in tutti i sensi).
L'esperienza di mia moglie nell’amministrazione di San Felice mi ha riconfermato questo. Se si pestano piedi ingombranti non si ha vita facile.
Questi ultimi tre anni che ho passato sono stati tanto ricchi di soddisfazioni familiari, personali e professionali quanto negativi sul piano dell'impegno sociale e politico.
Eppure non mi sento né scemo né illuso. Solamente molto concreto e disilluso.


“Caro Dr. Grillo, lei crede che Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Aldo Moro, avessero di molti dei loro colleghi politici (anche di grosso calibro) un’opinione molto migliore di quella che lei, dottor Grillo, ha felicemente sintetizzato nel V-day di qualche settimana fa? Oppure che i partiti di trent’anni fa, fra Lockheed, P2 e qualche occhiolino a mafiosi e/o terroristi, fossero tanto migliori di quelli di oggi? Visto che per lei, dottor Grillo, qualche politico di quei tempi è un santo, non uno scemo o un illuso, allora le racconterò una cosa. Quando nel 1976 molti dicevano “non t’imbrancare con questa manica di lazzaroni, non accettare la candidatura”, mio padre mi disse, pacatamente: non è serio dire che la politica è tutta uno schifo, e poi tirarsi indietro anche nel raro momento in cui al timone c’è qualcuno che ti assomiglia, che condivide i tuoi ideali e lavora per il bene del Paese. Alludeva a Moro, altro politico che lei, dottor Grillo, ha proclamato santo nel suo calendario: Moro piaceva molto anche a mio padre. Si parva licet componere magnis, anche noi, oggi, siamo schifati quanto lei e i trecentomila di Bologna. Ma non vogliamo tirarci indietro. Per questo ci troviamo qui, in questa improbabile impresa del Partito Democratico, trascinati da Rosy Bindi: da qualcuno che ci assomiglia, che condivide i nostri ideali e lavora in modo disinteressato per il bene del Paese. Siamo scemi, illusi, complici della casta? O invece più coraggiosi di chi si limita a un pur meritato vaffa?”.
Giovanni Bachelet, ieri all’incontro nazionale dei sostenitori di Rosy Bindi

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